Tardano le nomine dei direttori generali al Ministero dei Beni Culturali. Forse pesano gli scottanti casi di Anna Maria Buzzi (fratello scomodo) e Carla di Francesco (indagata)?
È la notizia che tutti attendono, in questi stanchi giorni che precedono il Natale e gli strascichi festivi fino al nuovo anno: chi saranno i 12 nuovi (o riconfermati) direttori generali del Ministero dei Beni Culturali? Un passaggio nodale della riforma Franceschini, una rimodulazione degli incarichi apicali che porterà al taglio di sei dirigenti di […]
È la notizia che tutti attendono, in questi stanchi giorni che precedono il Natale e gli strascichi festivi fino al nuovo anno: chi saranno i 12 nuovi (o riconfermati) direttori generali del Ministero dei Beni Culturali? Un passaggio nodale della riforma Franceschini, una rimodulazione degli incarichi apicali che porterà al taglio di sei dirigenti di prima fascia e trentuno di seconda. Pare che i nomi ci siano da giorni, che si attenda solo il via alla comunicazione, eppure… L’ufficio stampa del Mibact fornisce risposte evasive, prende tempo, e così da giorni: e prendono concretezza le voci che parlano di una procedura tutt’altro che tranquilla.
In effetti il ministro Dario Franceschini potrebbe avere davanti almeno un paio di casi decisamente scottanti: a partire da quello di Anna Maria Buzzi, oggi alla guida della direzione generale Valorizzazione – quella ereditata da Mario Resca, per capirci – e fino a qualche tempo fa candidata quasi certa per la pesantissima direzione generale Musei, quella dalla quale dipenderanno i 18 super-direttori di musei e aree archeologiche che la stessa riforma doterà di poteri – e anche di oneri – straordinari. Fino a qualche tempo fa: ovvero fino allo scoppio della vicenda di Mafiopoli, che vede suo fratello Salvatore Buzzi come figura cantrale nel malaffare. Lei non è indagata, magari è la funzionaria più brava del Ministero, ma potrebbe diventare impresentabile per il fatto di essere la sorella del nemico pubblico numero uno.
Altro caso bollente, quello di Carla Di Francesco, architetto oggi a capo della Direzione regionale dei beni culturali dell’Emilia Romagna, anche lei candidata data quasi certa alla Direzione Generale per l’Arte contemporanea. Anche qui, prima dello scoppiare di una questione giudiziaria, che stavolta però la coinvolge in prima persona: con la procura di Repubblica di Bologna che l’ha iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di abuso d’ufficio. Motivo? La Commissione progetti dei Beni culturali avrebbe varato autorizzazioni per 18 incarichi, tutti relativi al restauro di immobili di pregio danneggiati dal terremoto del 2012, allo studio ferrarese dell’ingegner Giuliano Mezzadri, compagno da 30 anni della Di Francesco.
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