Presepi contemporanei, a Palermo. Daniele Franzella e Luigi Citarrella inaugurano la collezione Rizzuto. Due sculture sacre, poetiche e disobbedienti. Le foto in anteprima
La Natività, tema esplorato, letto e restituito in mille maniere: dalla magnificenza della grande pittura classica, fino a ogni sorta di declinazione pop, passando dall’eccellenza di un certo artigianato sacro, fiorito nel cuore della tradizione italiana. E l’arte contemporanea? Mai accantonato – e ultimamente rispolverato sovente – il sacro trova una sua dimensione anche nella […]
La Natività, tema esplorato, letto e restituito in mille maniere: dalla magnificenza della grande pittura classica, fino a ogni sorta di declinazione pop, passando dall’eccellenza di un certo artigianato sacro, fiorito nel cuore della tradizione italiana.
E l’arte contemporanea? Mai accantonato – e ultimamente rispolverato sovente – il sacro trova una sua dimensione anche nella ricerca di alcuni artisti del presente. Da qui l’idea balenata a Eva e Giovanni Rizzuto, galleristi palermitani, che da questo Natale e per quelli che verranno vestono i panni di collezionisti, commissionando a coppie di artisti delle versioni inedite, anticonvenzionali, concettuali e creative del must have natalizio per eccellenza: il Presepe.
Allestiti in galleria, i primi progetti di questa collezione, firmati da due giovani scultori, sono accomunati – casualmente – dal doppio binario dell’assenza e dell’accumulazione.
Per Daniele Franzella è il presepe stesso che non c’è, nella sua forma compiuta. Frammentato e riposto dentro l’”armadio delle meraviglie” (Wunderschrank, 2014) di un immaginario cultore del genere: il collezionista eccentrico raccoglie oggetti legati ai temi chiave di ogni Presepe – la nascita, la stella cometa, l’adorazione, il paesaggio montano, i Re Magi – e li custodisce nel suo scrigno.
Un lavoro sulla compulsione e il feticismo, che disarticola la tradizionale mise en scène biblica, lasciandone emergere le linee concettuali, i segni e i riferimenti iconografici, in una forma atipica.
Dentro questo teatrino prezioso, piccole sculture, micro dipinti, disegni e objet trouvè raccontano una storia antica, che riporta ai simboli e le tragedie del ‘900, fra memorie di guerra ed estetiche anni ‘40 cariche di pathos. Il bue e l’asinello come trofei di caccia; i Magi a incarnare le tre grandi etnie (l’ariano, in divisa nazista; il camita, in tenuta miliare; il semita, con un fucile in mano); Gesù, come uno scolaretto, accanto ai genitori (due ebrei borghesi, dall’aria mesta); il paesaggio di Betlemme come un diorama sottovetro.
Un passato imbevuto di inquietudini e di malinconie si intreccia con l’immagine soave della Natività, in un cortocircuito citazionista tra evocazioni storiche, bibliche e concettuali.
Strizza l’occhio a un pensiero iconoclasta il presepe di Luigi Citarrella. In cui è l’immagine di Gesù a scomparire. Sospesa, come sospesa è l’intera scena, ricordando quell’atto di fede che conduce alla salvezza.
Lex orandi, lex credendi raccoglie su un basamento cinquantatre sculturine bianche, lucidissime, tutte uguali: uomini, donne e bambini, ottenuti da soli quattro modelli e ripetuti ossessivamente, come anonimi replicanti. Una folla indistinta, intorno a una partoriente. Nessun dettaglio, nessuna connotazione identitaria, nessuna traccia che rimandi alla narrazione biblica. Il momento della tensione, prima del miracolo del parto, viene sottratto al tempo ed inchiodato a una fissità glaciale.
Due opere poetiche e intense. Il Presepe non era mai stato così disobbediente e religiosamente scorretto. Nonostante quell’idea metafisica che serpeggia, tra i molti chiaroscuri, a evocare la dialettica tra la grazia e la caduta, il dubbio e la preghiera, l’immagine e il suo contrario.
– Helga Marsala
Presepi d’Artista#1
Opening: 23 dicembre 2014
fino al 10 gennaio 2015
Rizzuto Gallery – Via Monte Cuccio 30, Palermo
tel. 347.1769901
www.rizzutogallery.com
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