Quel vizietto del plagio di Jeff Koons. Il Centre Pompidou, dopo la denuncia del pubblicitario Franck Davidovici, ritira un’opera dalla grande mostra dell’artista: per lui è il quarto caso
Una donna sdraiata in mezzo alla neve, soccorsa da un maiale che indossa un piccolo barile legato attorno al collo, come quello dei cani San Bernardo. Per chi conosce bene l’opera di Jeff Koons, non ci sono dubbi: stiamo parlando di Fait d’hiver, una sua scultura del 1988, una cui copia – ne esistono 4 […]
Una donna sdraiata in mezzo alla neve, soccorsa da un maiale che indossa un piccolo barile legato attorno al collo, come quello dei cani San Bernardo. Per chi conosce bene l’opera di Jeff Koons, non ci sono dubbi: stiamo parlando di Fait d’hiver, una sua scultura del 1988, una cui copia – ne esistono 4 – è stata venduta in asta a New York nel 2007 per 4,3 milioni di dollari. Tutto chiaro? E invece no, perché l’opera è appena stata ritirata dalla grande mostra dell’artista americano in corso a Parigi al Centre Pompidou, perché al centro di una denuncia per plagio.
Promotore dell’azione, il pubblicitario Franck Davidovici, che sostiene che Koons si sia clamorosamente ispirato, anzi abbia proprio copiato una sua campagna pubblicitaria, in particolare un suo progetto del 1985 per il marchio di abbigliamento “Naf Naf”: quasi identico, a cominciare dal nome Fait d’Hiver, fino alla disposizione degli elementi (parlano da sole le immagini che vedete in pagina).
Scandalo? Pare di no, visto che l’artista pare un habitué del plagio: coinvolto in almeno altri tre cosi simili, sfociati in procedimenti giudiziari che lo hanno visto due volte condannato. Certo, tentare di spacciare per parodia l’ispirazione a livello di contenuti può essere una via di uscita da tentare (cosa fatta con successo nella terza causa): ma benedetto figliolo, non poteva almeno evitare di copiare alla lettera anche il titolo?
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