Un viaggio “a casaccio” nella memoria di Wojciech Skrodzki
Interviste, appunti e memorie di viaggio di un critico d'arte polacco. “A Casaccio” è un testo completamente scritto in italiano, una personale proiezione di ricordi e riflessioni di Woiciech Skrodzki sulla nascita dei primi fenomeni innovativi nell'arte in Polonia.
Skrodzki Wojciech è critico e storico dell’arte polacco. Nato nel 1935, è stato negli anni un riferimento importante per la crescita del sistema artistico polacco dal dopoguerra a oggi, abile teorico, osservatore coinvolto in prima persona nelle dinamiche artistiche di un mondo segnato prima dal trauma della guerra e dall’oppressione del totalitarismo sovietico, poi dai rapidi risvolti culturali seguiti al crollo della cortina russa. A Casaccio è una raccolta di memorie e immagini selezionate e proposte dallo scrittore con l’obiettivo di delineare gli eventi salienti dell’arte polacca dalla metà degli Anni Cinquanta a oggi.
Appassionato della cultura italiana e della storia dell’arte del nostro Paese, nonché legato personalmente all’Italia da vicende biografiche – il bisnonno apparteneva al gruppo dei garibaldini saliti in Polonia per sostenere l’insurrezione della nazione polacca nel 1863 – A Casaccio è un libro redatto completamente in lingua italiana. In questo modo il testo diventa un compendio sulle maggiori figure artistiche nella Polonia postbellica, con la narrazione di episodi, e la raccolta di interviste e appunti, selezionati dallo scrittore e destinati a un pubblico esclusivamente italiano.
Gli eventi proposti nel libro vengono descritti dall’autore con entusiasmo e un mai celato coinvolgimento emotivo. Dalle serate passate in compagnia di autori come Andrzej Urbanowicz o Urszula Broll, appartenenti al “gruppo di Katowice” (cerchia di artisti appassionati di tematiche psichedeliche e spiritualiste), al coinvolgimento in prima persona nel rinnovamento culturale seguito alla cosiddetta “Breccia di ottobre 1956” (la rivolta anti-sovietica esplosa in Ungheria nel 1956 e partita dalle manifestazioni popolari svoltesi nel giugno dello stesso anno nella città polacca di Poznan). E poi ancora l’amicizia con Krzystof Zarebski, Zbigniew Warpechowski o Teresa Murak, artisti tutti impegnati in una ribellione costante contro i dogmi ufficiali, determinati con la propria pratica a non farsi sottomettere dall’ortodossia comunista, sempre pronta a censurare e a bloccare in anticipo ogni possibile segnale di risveglio culturale.
È interessante inoltre come l’azione dell’autore non si limiti alla sola proposta dei nomi più significativi delle neoavanguardie polacche, ma anche di tutti quegli esponenti internazionali per ragioni diverse coinvolti nei processi di rinnovamento artistico della Polonia degli Anni Sessanta e Settanta. Tra questi l’artista domenicano Silvano Lora, ospitato a Varsavia nel 1972 per una mostra personale censurata dalle autorità a una settimana dal vernissage, e una corposa cerchia di artisti italiani più volte presenti in Polonia con mostre e conferenze ripetute su tutto il territorio fino agli Anni Ottanta (tra questi, Giovanni Lucci, Umberto Mariani, Mauro Staccioli, Tino Stefanoni, Marco Gastini).
Nonostante la non sempre limpidezza degli eventi, proposti, più che con un ordine premeditato, con la confusione di un flusso di coscienza basato sulla memoria e sulla scansione disordinata dei ricordi, la lettura del libro scorre rapida e piacevole, soprattutto considerando l’aspetto emozionale dell’autore, sempre coinvolto in prima linea negli episodi narrati. Tra il documentaristico e la forma diario, il libro, pur mancando di ogni carattere scientifico e dunque di ogni tono critico e obiettivo, è un valido riepilogo sugli episodi salienti dell’arte polacca degli ultimi cinquant’anni. Un compendio utile per conoscere, o incuriosirsi, sulle vicende culturali della Polonia di ieri.
Alex Urso
Skrodzki Wojciech – A Casaccio. Memorie e immagini di alcuni eventi dell’arte polacca dalla metà degli anni 50 ad oggi
Pracownia, 2014
Pagg. 237, € 32
ISBN 9788389945846
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