Lo Strillone: Amos Gitai e la cultura della convivenza su La Repubblica. E poi arte come autopromozione, Marco Tullio Giordana su Rosi, Teatro di Bologna
“Ancora una volta siamo sotto attacco, ma serve una cultura della convivenza“. Sulle questioni aperte dall’attacco di Charlie Hebdo La Repubblica intervista Amos Gitai, iI regista di Haifa che vive da molti anni nella capitale francese: “Ho seguito il blitz da Israele e sono sotto shock. Non possiamo più sentirci sicuri“. E ancora La Repubblica […]
“Ancora una volta siamo sotto attacco, ma serve una cultura della convivenza“. Sulle questioni aperte dall’attacco di Charlie Hebdo La Repubblica intervista Amos Gitai, iI regista di Haifa che vive da molti anni nella capitale francese: “Ho seguito il blitz da Israele e sono sotto shock. Non possiamo più sentirci sicuri“. E ancora La Repubblica affida a Franco Rella una riflessione molto profonda (ne consigliamo vivamente la lettura) sulla perdita dell’aura artistica nell’impostazione dei nuovi musei: “l’opera perde in singolarità, in quanto diventa strumento di autopromozione, ma anche di promozione del sistema stesso”.
Sono molti oggi sulla stampa i ricordi del grande regista Francesco Rosi, scomparso ieri a 92 anni. La Stampa si affida alle parole di Marco Tullio Giordana: “Era un grande maestro, senza invidie né rancori, ma soprattutto era un uomo libero. Ha insegnato a tutti un metodo di lavoro, quello che lui ha adottato in un’epoca in cui l’informazione non era ancora sviluppata come oggi”.
Va a Bologna il Corriere della Sera, per commentare il nuovo corso del Teatro Comunale sotto la direzione di Michele Mariotti. “Vogliamo le sale piene, senza rinunciare alle novità”, annuncia, “ma non violenterò la tradizione”. E poi tante anticipazioni su Un Ballo in maschera, il suo primo spettacolo come direttore musicale.
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