Arte e cultura nell’anno di Expo. Le grandi mostre di Milano
Non solo i ventisei percorsi del Comune di Milano, tra Leonardo, Giotto, La Grande Madre di Massimiliano Gioni, Jin Shen, Superstudio e l’Africa. Ma anche l’apertura di tre nuovi musei, i Padiglioni di Sgarbi, La Triennale di Celant e una grande mostra alla Villa Reale di Monza.
A partire da fine gennaio, Milano parlerà al mondo e il mondo parlerà a Milano, per citare una frase recentissima dell’assessore alla cultura Filippo Dal Corno. Le grandi mostre a Palazzo Reale. Leonardo e Michelangelo da scoprire al Castello Sforzesco. La Scala aperta sette giorni su sette, con un cartellone speciale. Il nuovo Museo delle Culture all’ex Ansaldo e il Museo dei Bambini alla Rotonda della Besana. I percorsi onnicomprensivi di Germano Celant alla Triennale. La riscoperta delle cascine di Milano. L’apertura quasi contemporanea di tre musei, anche se dalla natura quasi completamente differente: dal Museo delle Culture disegnato da Chipperfield, all’interno dell’area dell’ex Ansaldo, che verrà inaugurato il 26 marzo con una mostra sull’arte africana, con oltre duecento pezzi, dal Medioevo a oggi, a cura, tra gli altri, di Ezio Bassani, Gigi Pezzoli e Claudia Zevi; al Museo di Armani, che ha promosso un investimento di cinquanta milioni di euro sull’ex area Nestlé; alla nuova sede della Fondazione Prada, in via Ripamonti, spazio che inaugurerà con una grande mostra curata da Salvatore Settis.
Grandi eventi, dunque, ma anche concerti, convegni scientifici e appuntamenti musicali. Lungo l’arco dei sei mesi dell’Esposizione Universale, non solo il programma di Expo in città renderà il capoluogo lombardo un’esperienza da vivere al di fuori dei padiglioni internazionali, ma anche, per citare le parole del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, “iniziative che l’ambasciatore per la Cultura per Expo della Regione Lombardia Vittorio Sgarbi ha promosso e sta promuovendo e sulle nuove proposte che vuole illustrarci come ‘Itinerari lombardi’”.
In centro, come un’Esposizione nell’Esposizione, infatti, si potranno visitare diverse sedi, venti Padiglioni seguendo un itinerario programmatico sulla storia di Milano. Fra gli altri: Padiglione delle Opere Simbolo e Padiglione Collezioni Italiane a Palazzo Litta, che presenterà non solo due testimonianze di arte cristiana e arte romana, ma anche la collezione Terruzzi, la collezione Cavallini-Sgarbi, la collezione di Palazzo Rospigliosi e la collezione dei dipinti di Antonio Pellegrini, il maestro veneto del rococò dalla Alte Pinakothek di Monaco; Padiglione Bramante, un padiglione ideale, in due sedi: a Santa Maria presso San Satiro, con la più straordinaria prospettiva architettonica del rinascimento, e la chiesa di Santa Maria delle Grazie con il grandioso tiburio; Padiglione Leonardo a Santa Maria delle Grazie, con orari di visita estesi; a Palazzo Bagatti Valsecchi si potrà visitare il Padiglione Antonello con l’esposizione di un trittico di Antonello da Messina; Padiglione Michelangelo, a Castello Sforzesco, caratterizzato dalla presenza della Pietà Rondanini; Padiglione Raffaello e Caravaggio presso la Pinacoteca Ambrosiana e Pinacoteca di Brera; Padiglione Tiepolo a Palazzo Clerici, negli ambienti del palazzo, in particolare nella Sala delle colonne, in corrispondenza del soffitto di Tiepolo, sarà allestita la mostra, ora ai musei Capitolini, I colori del disegno. Gian Battista, Gian Domenico e Lorenzo Tiepolo; Padiglione Stendhal a Palazzo Morando; Padiglione Futuristi al Museo del Novacento con un percorso a cura di Giovanni Lista; Padiglione de Chirico e Savinio al Teatro Parenti; e Padiglione Architettura, che si terrà al Pirellone e in diverse sedi e proporrà un omaggio a Guglielmo Mozzoni a cura di Lorenzo Degli Esposti e Fulvio Irace.
Rimanendo in tema di Padiglioni, dal 10 aprile fino al 1° novembre, Germano Celant alla Triennale di Milano darà vita al Padiglione Arts & Foods. 7mila mq all’interno dei quali saranno messi a fuoco la pluralità di linguaggi visuali e plastici, oggettuali e ambientali che dal 1851, anno della prima Expo a Londra, fino ad oggi hanno ruotato intorno al cibo, alla nutrizione e al convivio. Una panoramica mondiale sugli intrecci estetici e progettuali che hanno riguardato i riti del nutrirsi e una mostra internazionale che farà ricorso a differenti media, così da offrire un attraversamento temporale, dallo storico al contemporaneo, di tutti i livelli di espressività, creatività e comunicazione espressi in tutte le aree culturali.
Nelle ulteriori sedi espositive istituzionali del centro saranno, invece, i 24 percorsi supportati dal Comune di Milano e due eventi organizzati dall’Accademia di Brera. Tra i curatori principali dei percorsi, il giorno 20 gennaio hanno esposto i loro progetti: Serena Romano, curatrice dei percorsi più di riguardo di questa stagione culturale, l’uno sul contesto storico milanese Arte Lombarda, dai Visconti agli Sforza,e l’altro su dieci specifici capolavori di Giotto;il primo inaugurerà a Palazzo Reale il 12 marzo e il secondo, sempre nella medesima istituzione, a settembre. Pietro Marani, curatore della notevole mostra dedicata a Leonardo da Vinci, che inaugurerà a Palazzo Reale il 15 aprile. Massimiliano Gioni, curatore de La Grande Madre, che inaugurerà sempre a Palazzo Reale ad agosto: “Non solo un percorso dedicato alla donna”, come spiega il curatore, “donna vista come figura nutrice e dunque come accompagnatrice ideale dei temi di Expo, oppure come musa di una iconografia della maternità, quanto piuttosto una mostra dedicata al rapporto tra la donna e il potere, dal 1900 ad oggi”. Massimo Torriggiani, presidente del comitato scientifico del PAC, che ha introdotto anche la mostra di Tod’s, presentando tanto la grande mostra fotografica su Bailey prevista per marzo-giugno, quanto il percorso estivo con Jin Shen e in ultimo la ricognizione su Superstudio, a ottobre 2015. Francesco Bonami, che curerà la mostra Don’t shoot the painter, sulla collezione UBS, alla GAM, aperta al pubblico il 17 giugno. E, in ultimo, Giovanna Calvenzi, curatrice della mostra fotografica Italia inside out, che vedrà la luce a Palazzo della Ragione a marzo.
Poco al di fuori dei distretti meneghini, bisognerà visitare la grande mostra Italia Fascino e Mito dal Cinquecento al Contemporaneo che si terrà alla Villa Reale di Monza dal 23 aprile al 6 settembre.Centoventi opere – da Cranach a Rubens, da Tiziano a Lorrain, e poi via via verso Canova, Correggio, Gérome, Botticelli, Matisse, Picasso e Anselm Kiefer – in arrivo da settanta prestatori, tra i quali il Louvre come l’Hermitage, i Musei Vaticani, gli Uffizi, il museo di Vaduz, il Prado.
Ginevra Bria
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati