L’India moderna di Christie’s
L’11 dicembre scorso Christie’s è tornata a Mumbai per replicare il successo della sua prima asta in territorio indiano officiata un anno fa, in cui aveva raddoppiato le stime pre-asta con un totale di 15.4 milioni di dollari e il 98% dei lotti venduti. Finora si tratta dell’unica firma occidentale a condurre vendite all’asta nel Subcontinente.
Christie’s ha presentato al Taj Mahal Palace i grandi autori dell’arte moderna indiana come Jehangir Sabavala, Tyeb Mehta, Bhupen Khakhar, fino al contemporaneo di Subodh Gupta, Rashid Rana, Mithu Sen, Thukral & Tagra e Bharti Kher.
La terza economia dell’Asia, seppur caratterizzata da tutte le debolezze e i problemi strutturali di una potenza in costruzione, sta sviluppando al suo interno un’élite di collezionisti mossi dall’entusiasmo di un mercato finanziario in continua crescita, che dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 25%.
Ma la firma londinese non è la sola a beneficiarne: lo scorso 4 settembre si è tenuta un’altra importante vendita, quella della storica casa indiana Saffronart, che ha riscosso un grandioso successo registrando solo quattro lotti invenduti su 99, con un totale di 6.3 milioni di dollari, al di sopra della stima massima pre-asta. Top lot per S. H. Raza, battuto a 1.3 milioni, uno dei più conosciuti autori indiani, il cui mercato sta vivendo un ottimo momento, così come Vasudeo S. Gaitonde, morto nel 2001 a 77 anni, che sta raggiungendo lo stesso livello di prezzi per le sue opere astratte. Un motivo in più per aggiudicarsi questo autore è la grandiosa retrospettiva dedicatagli dal Guggenheim di New York, inaugurata lo scorso ottobre e di cui Christie’s è anche sponsor.
L’ingresso della casa londinese in India ha dato sicuramente una scossa al mercato interno, mostrando quali risultati si possono ottenere portando opere di gran qualità e coinvolgendo i potenziali nuovi clienti, le giovani generazioni delle storiche famiglie più ricche del Paese. A trarne vantaggio è l’arte moderna, mentre l’arte contemporanea rappresenta ancora un territorio rischioso e svantaggiato dalla mancanza di gallerie e strutture ad essa dedicate.
Martina Gambillara
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #22
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