Nuovi spazi per la cultura. A Roma la Collezione Cerasi sta per diventare fondazione negli spazi dell’ex Ufficio d’Igiene?

I Piccoli Saltimbanchi di Antonio Donghi, la Pettinatrice di Antonietta Raphael e poi Pirandello, Mafai, Janni, Depero, Sironi, de Chirico, Casorati, Campigli, Funi, Martini, Capogrossi, Scipione, Cambellotti, Dottori, Balla e tanti altri. La collezione di un museo particolarmente ben messo sul novecento? No. Una raccolta privata piuttosto, una delle tante che fanno l’onore dei collezionisti […]

I Piccoli Saltimbanchi di Antonio Donghi, la Pettinatrice di Antonietta Raphael e poi Pirandello, Mafai, Janni, Depero, Sironi, de Chirico, Casorati, Campigli, Funi, Martini, Capogrossi, Scipione, Cambellotti, Dottori, Balla e tanti altri. La collezione di un museo particolarmente ben messo sul novecento? No. Una raccolta privata piuttosto, una delle tante che fanno l’onore dei collezionisti italiani, unici al mondo nella loro capacità di iniziare con poco, avere fantastiche intuizioni, mescolare arte e famiglia in una trama di storie e ricordi.
La collezione di Claudio Cerasi (grande costruttore romano, tra le sue realizzazioni il Maxxi e il nuovo Teatro del Maggio di Firenze) e della moglie Elena, che ne è grande animatrice, ha trovato negli anni il suo spazio in mostre, musei, cataloghi, pubblicazioni. Nei prossimi anni, tuttavia, potrebbe fare un ulteriore step approdando in una vera e propria fondazione coi suoi spazi espositivi e museali. Fondazione alla quale sarebbero conferite le opere di una collezione che così potrebbe essere aperta al pubblico, disponibile in una zona accessibile e raggiungibile della città.
La Fondazione Cerasi, secondo quanto risulta ad Artribune, potrebbe nascere a Roma negli spazi centralissimi dell’ex Ufficio d’Igiene di Via Merulana che la ditta dei Cerasi, la Sac, sta restaurando e ri-edificando. Si tratta di un grande palazzo primo novecentesco bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale e pericolante: il Consiglio Comunale della capitale si espresse per risolvere la situazione fin dal 1957, la Sac vinse la gara per la riqualificazione nel 2002, i cantieri sono iniziati solo alla fine del 2014 per via delle lentezze burocratiche. Una storia tutta italiana che però questa volta potrebbe avere un lieto fine: non solo uffici, una volta riqualificato l’edificio, ma anche uno spazio culturale con opere di prim’ordine. Tempi? Se va tutto liscio, fine 2016.

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Redazione

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