Alessandra Mussolini e gli altri. Quando la politica s’innamora dell’arte
Alessandra Mussolini e tutte le volte che vip e politici hanno preso in mano un pennello. Da Hitler a Fanfani passando per Bush...
In principio fu Hitler. Spietato dittatore e simbolo del male assoluto, che nel suo intimo custodiva un’anima romantica da artista. Il piccolo Adolf sognava di fare il pittore. Dipingeva moltissimo e negli anni della gioventù vendeva quadri e acquerelli per mantenersi. Bocciato all’esame di ammissione dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, non elaborò il trauma e si buttò in politica. Il resto è storia (tragicamente) nota.
Ma se abbondano vip e personaggi pubblici di varia estrazione, che hanno tirato fuori la vena artistica fino a farne una professione – dall’ex presentatrice Fiorella Pierobon (braccia rubate a Mediaset) alla mitica Gina Lollobrigida, oggi scultrice a tempo pieno, da Romina Power, con le sue tele naïf in salsa news age, al compianto Giorgio Faletti, cantante, scrittore e pure pittore – non sono mancati politici e statisti folgorati dalla vocazione. Basti pensare a George W. Bush, l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, che oggi si gode la pensione in compagnia di colori e pennelli, non facendosi mancare mostre e uscite sulla stampa. In Italia c’era Amintore Fanfani, per mezzo secolo alfiere di una inamovibile DC, che da fanciullo frequentò una scuola d’arte e che per tutta la vita coltivò, con riservatezza, l’amore per la pratica pittorica, producendo centinaia di paesaggi e di nature morte.
E poi c’è lei, Alssandra Mussolini. La nipotina del Duce, ex leonessa di Alleanza Nazionale, poi trasmigrata nel Pdl e oggi europarlamentare in quota Forza Italia, rivela all’Ansa la sua nuova passione. La pittura, anche per lei. Come una medicina, come un balsamo, come una terapia antistress. “Io, invece delle sedute analitiche o di farmi venire l’herpes, ho scelto le tele“, spiega. Ma al contrario degli illustri precedenti qui citati, per Alessandra si tratta di una scoperta, non di un’attitudine antica. “Mai preso un pennello in mano”, racconta ancora all’agenzia di stampa, “a scuola, a educazione artistica, non ero brava, non sono un’appassionata d’arte e l’idea della tela bianca da riempire mi ha sempre turbato”. E allora? Allora tutto accadde per caso: “Un giorno di settembre sono uscita con mio figlio Romano e ho comprato tele e colori. Ho scelto l’acrilico, bello veloce come me, e ho cominciato a stenderlo con spatole, pettini e coltelli. Man mano che dipingevo, attraverso il colore che prendeva forma, ho visto quello che volevo realizzare. È sempre così, non penso mai prima a cosa farò“.
I risultati? Mediocri, suvvia. Paesaggi simil-astratti, esplosioni cromatiche, tratti infantili e molta allegria. Ma non fa niente. È un modo per star bene, finché di hobby si tratta. E però, visto che in certi casi un nome tira più del talento, la prima occasione di visibilità per l’Onorevole è già arrivata: il debutto con una personale dal titolo “Graffi” è atteso il prossimo 5 febbraio alla Galleria Plus Arte Puls di Roma.
Se nel futuro ci sarà per lei una nuova vita, lontano dagli scranni e vicino a gallerie e vernissage? Non ci scommetteremmo, ma chissà. Certo è che tra la debacle progressiva del suo partito e la generale frantumazione della destra italiana, il futuro non parrebbe tra i più rosei per la militante pasionaria. Che a pensarci bene nel dna un certa vena artistica la conserva eccome: la zia, sorella di sua madre Maria, è una tale Sofia Scicolone, in arte Sofia Loren, e il padre Romano Mussolini, terzo figlio del Duce, fu un pianista jazz (con molti dischi all’attivo per la Rca), poeta e anche pittore (scadente, in verità). Se buon sangue non mente…
– Helga Marsala
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