Alle Fruttiere di Palazzo Te di Mantova si celebra Joan Miró (Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983) con la mostra Miró. L’impulso creativo, realizzata in collaborazione con la Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca e curata da Elvira Cámara López, direttrice della stessa Fondazione. La mostra si sviluppa con un percorso di cinque livelli (Il gesto, Il colore nero, Il trattamento dei fondi, La sperimentazione con i materiali, L’eloquenza della semplicità), che conducono a una conoscenza esaustiva del lavoro dell’artista.
Dal 1947, anno del primo viaggio negli Stati Uniti, Miró inizia ad associare ai consueti gesti nuovi movimenti. Sgocciolamenti, spruzzi e versamenti di pittura derivanti dall’Espressionismo astratto e dall’opera di Pollock sprigionano un’espressività nuova e libera da regole. Non solo i colori blu, rosso e giallo, ma a un certo punto trova nel nero un canale comunicativo di pregiata profondità, che gli consente di tracciare contorni sinuosi, altre volte di dare vita a un’espressione violenta con pugni e manate, in altre ancora lo impiega come struttura base su cui cresce poi un’opera intera.
Lungo il percorso ci si ritrova nello studio Sert, così denominato perché progettato dall’architetto e amico Josep Lluis Sert. Miró lo riempì di tutto: le tele, i mobili e oggetti di qualunque tipo, andarono a occupare ogni spazio, saturando totalmente l’ambiente. Qualche anno dopo ebbe bisogno di altro spazio e il Guggenheim International Award del 1959 gli diede opportunità di costruirsi il secondo atelier: lo studio Boter, anche questo riprodotto a Mantova. Dal primo ormai stracolmo si riversarono nell’ultimo sculture e dipinti di grande formato.
Trascorrono gli anni e Miró s’immerge nel mondo attraversando l’America e poi il Giappone, e il suo linguaggio muta, riducendosi sempre più a una manifestazione minimale, garante d’una reazione emotiva intensa e forte.
Qualunque cosa stimolasse la sua immaginazione poteva finire risucchiata in un vortice fecondo, mescolata in un movimento perpetuo d’ispirazione creativa dove gli strumenti classici vengono messi da parte e l’indole sperimentale, mai stinta nel tempo, è sempre costantemente assecondata. Con una sequenza di disegni preceduta da due arazzi, si chiude la mostra; una mostra che presenta un corpus di opere vasto realizzate da chi l’impulso creativo non ha mai subito arresti.
Domenico Russo
Mantova // fino al 6 aprile 2015
Miró. L’impulso creativo
a cura di Elvira Cámara López
PALAZZO TE
Viale Te 13
0376 323266
[email protected]
www.miromantova.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/40254/joan-miro-limpulso-creativo
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