Enzo Cucchi & Laboratorio Saccardi. Il gioco sacro della bad painting
Galleria d’Arte Moderna, Palermo – fino al 15 febbraio 2015. Un grande maestro e un giovane duo: Enzo Cucchi e il Laboratorio Saccardi insieme per un progetto comune. Il sacro e il profano, la storia dell’arte e la “cattiva pittura”, il passato e il presente: un pastiche ludico, che diverte ma non convince…
L’hanno chiamata Cagliari, per gioco. Perché una mostra dedicata ed allestita a Palermo, che si chiamasse Palermo, era troppo banale. Una boutade, tra un’isola e l’altra, per disorientare con ironia. In puro stile Laboratorio Saccardi. Ma con lo zampino di un maestro, Enzo Cucchi (Morro d’Alba, 1949), a fianco del duo palermitano in un nuovo capitolo contemporaneo della GAM. Sodalizio intelligente, inedito, per un progetto che ha provato a sperimentare. Perdendosi per strada.
Nell’articolazione tra horror vacui e display minimalista, la mostra – variopinta, sincera, quanto sfilacciata – manca gli equilibri giusti e non offre spunti di novità. Ouverture affidata a tre statuette sacre in bronzo, appollaiate in alto (due di Cucchi, una dei Saccardi) e a un piccolo lavoro a parete, sempre del maestro. Nient’altro intorno. E la stanza (troppo grande, irregolare, sovrastata dal pavimento in cotto), appare semplicemente spoglia. Un vuoto che non accoglie le opere e non le esalta.
Pletora di xilografie nella seconda sala, replicate e disposte in scolastica fila, come un fregio di locandine punk fra due tele. Spazio irrisolto e un po’ noioso, a dispetto di alcune belle immagini.
In chiusura c’è una quadreria articolata, a evocare la navata di una chiesa: dalla memoria di locali decorazioni barocche, a una sorta di parodia pop-naïf. Un corpus di dipinti si misura col remake ironico e volutamente sciatto di alcuni capolavori del museo (Guttuso, Catti, Von Stuck, Sironi, Rizzo…), ostentando una bad painting in salsa citazionista che odora di Anni Novanta e convince meno di allora. Perché sbeffeggiare la collezione? Perché giocare – ancora e ancora – col mito della cattiva pittura? Stesso discorso per il Trionfo della Morte, capolavoro di Palazzo Abatellis, rifatto e ibridato con Guernica. A prevalere – qui, come nei crocifissi, i polittici pseudo-religiosi o le effigi ludiche di Santa Rosalia – è il mix tra sacro, profano, aulico, fumettistico e nazionalpopolare. Irriverenze oziose come allegri dejà vu.
Regge invece il piccolo mosaico, che porta entrambe le firme: uno scorcio stilizzato di una Palermo futuristica, visionaria. Cammeo incastonato a terra, nella soglia tra due spazi. Prezioso.
Ed è, quella della GAM, una città immaginata, popolata da simboli religiosi, passioni artistiche e idiosincrasie personali, in un maxi collage che appare, tuttavia, spompato. La dimensione più propria, per i Saccardi, resta quella delle azioni corali sul territorio, da Casa Aut, collettiva nell’ex appartamento del boss Badalamenti, alla Madonnina ricavata da una fusione di monete e donata a una chiesa di quartiere (qui presente in una seconda versione, ma del tutto decontestualizzata): due esempi di interazione con le storie, i luoghi e le tensioni di cui è fatta la pancia di una comunità. Fuori dalle pareti di un museo, che ripiombano il lavoro in una certa maniera saccardiana, allentando la presa sulle cose. E non basta un big come Cucchi a risolvere e legittimare. La strada da imboccare, probabilmente, è altrove.
Helga Marsala
Palermo // fino al 15 febbraio 2015
Enzo Cucchi / Laboratorio Saccardi – Cagliari
GAM – GALLERIA D’ARTE MODERNA
Via Sant’Anna 21
091 8431605
[email protected]
www.galleriadartemodernapalermo.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/39994/laboratorio-saccardi-enzo-cucchi-cagliari/
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