Lo Strillone: i musei siciliani pagano i dirigenti più di quanto incassano con i biglietti su Libero. E poi vacche magre in Piemonte, Marina Picasso, Louvre
“A Malta il turismo crea un terzo del Pil, in Sicilia un decimo”. Libero va a fare un po’ di conti nei mali culturali dell’isola: e scopre che “i musei pagano i dirigenti più di quanto incassano con i biglietti”. I dirigenti dei Beni Culturali regionali sono ben 306, 115 in più di quelli impiegati […]
“A Malta il turismo crea un terzo del Pil, in Sicilia un decimo”. Libero va a fare un po’ di conti nei mali culturali dell’isola: e scopre che “i musei pagano i dirigenti più di quanto incassano con i biglietti”. I dirigenti dei Beni Culturali regionali sono ben 306, 115 in più di quelli impiegati a Roma al ministero dei Beni Culturali, sottolinea scandalizzato lo stesso assessore Antonio Purpura. I risultati? “Dice l’Enit che l’isola nel 2012 ha avuto poco più di 6 milioni di presenze straniere contro gli 8 milioni della Campania, i 9 e mezzo dell’Emilia-Romagna, i 19 della Lombardia, i 20 del Lazio, i 22 della Toscana, i quasi 26 del Trentino Alto Adige e gli oltre 40 milioni del Veneto”.
Quasi a fare da contraltare, arriva l’inchiesta de La Stampa sulla realtà culturale del Piemonte: “la cultura ai tempi delle vacche magre”. Poco importa se alla voce “cultura” il Piemonte e Torino sono tra i primi della classe, scrive il giornale: “il bilancio regionale non lascia alternative: i tagli già fatti non bastano bisogna ridurre ancora le spese di un terzo rispetto a una manovra uscita già da diverse cure dimagranti”. Si parla di 17 milioni sui 50 del 2014: “E, magari, la superfondazione dell’arte contemporanea – che unisce la Gam al Castello di Rivoli – verrà uccisa in culla”.
La Repubblica torna sulle vicende di Marina Picasso, la nipote del celebre pittore che sta mettendo sul mercato molte opere, ma dice che non si affiderà alle case d’asta, con il rischio di svalutare tutto il settore. “Rispetto mio nonno e il suo talento di artista. Ma sono solo la sua erede, non sono mai stata la sua nipotina amata”. Italia Oggi va invece a Parigi per seguire l’opera di risistemazione degli ampi spazi della galleria dei quadri italiani del Louvre, con ben 208 opere che per certi versi “introducono” alla Gioconda: dal Perugino a Leonardo, da Mantegna a Giulio Romano, da Caravaggio a Raffaello. “L’intervento più corposo dopo quello effettuato negli anni 1980 quando i dipinti francesi, che occupavano metà del lungo corridoio, furono spostati nell’ala Sully”.
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