Van Gogh a Milano. Capolavori dal Kröller-Müller

Palazzo Reale, Milano – fino all’8 marzo 2015. La lista di nomi dei più rinomati artisti e delle collaborazioni con le più importanti istituzioni museali internazionali continua per il Palazzo Reale di Milano. Con un’escalation che oscilla fra grandi retrospettive e mostre-vetrina fino a Expo.

Il peculiare rapporto di Vincent van Gogh (Zundert, 1853 – Auvers-sur-Oise, 1890) con la terra e i suoi braccianti, il lavoro dei campi, la preparazione di un’opera-simbolo come i Mangiatori di patate: sono fra i temi che accolgono il visitatore di Van Gogh. L’uomo e la terra.
In mostra viene raccontata la storia di un artista, fra crisi e cambi di rotte, da quando, alla non più tenera età – per l’epoca – di ventotto anni, decide di diventare pittore.
Molti disegni e studi di questa fase sono in collezione presso il Kröller-Müller Museum di Otterlo, principale prestatore delle opere in mostra, e sottolineano lo sforzo di un caparbio van Gogh nella restituzione di una figura umana a metà fra il naturalismo e la deformazione psicologica. La sua interpretazione della vita rurale è mediata da una visione realista che si ispira all’opera di Jean-François Millet, considerato da van Gogh come uno dei maggiori artisti esistenti, tanto da definirlo “père Millet”: padre, consigliere e guida per i giovani pittori.

Vincent van Gogh, Ritratto di Joseph Roulin, 1889 - © Kröller-Müller Museum, Otterlo

Vincent van Gogh, Ritratto di Joseph Roulin, 1889 – © Kröller-Müller Museum, Otterlo

Tutto ciò non è interpretazione storica ma è frutto di testimonianze presenti nei suoi scritti. Quasi grafomane, van Gogh si confida con il fratello Theo e con altre persone care, relazionando quotidianamente sull’andamento del suo lavoro attraverso le lettere. Ciò rende più semplice l’analisi del corpus di opere dell’artista, così inscindibilmente legato al suo altalenante andamento umorale. Una sezione della mostra è infatti dedicata proprio alle sue lettere, analizzate non solo sul piano storico-artistico ma anche su quello psicologico.
Il ristretto numero di quadri in mostra – trenta in tutto gli oli su tela – conduce in maniera veloce e fluida, attraverso l’allestimento sinuoso dell’archistar giapponese Kengo Kuma – un nastro di pannelli di juta grigia dal quale si staccano le opere illuminate dal basso – dai disegni dei braccianti olandesi della fase iniziale ai paesaggi provenzali francesi eseguiti poco prima della tragica fine. In questi ultimi l’approccio al colore diventa caratteristico: una coesistenza fra il tocco impressionista, il puntinista e quello peculiare dell’artista, ovvero a spatola più o meno carica su tela grezza che segue l’andamento delle linee di forza della figura.

Van Gogh. L’uomo e la terra - veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015 - photo Fabrizio Stipari

Van Gogh. L’uomo e la terra – veduta della mostra presso Palazzo Reale, Milano 2015 – photo Fabrizio Stipari

La modernità è stata la massima aspirazione in vita di van Gogh e già pochi anni dopo la morte verrà indicato come “molto diverso, molto raro” dal critico Octave Mirbeau, in un costante recupero critico che non ha conosciuto soste nel corso del tempo.

Giovanna Procaccini

Milano // fino all’8 marzo 2015
Van Gogh. L’uomo e la terra
a cura di Kathleen Adler

in collaborazione con Kröller-Müller Museum
Catalogo 24 Ore Cultura
PALAZZO REALE

Piazza del Duomo 12
02 54913
www.vangoghmilano.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/37235/van-gogh-luomo-e-la-terra/

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Giovanna Procaccini

Giovanna Procaccini

Giovanna Procaccini, nata a Napoli, vive a Milano. È laureata in architettura e specializzata in storia dell’arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. È diplomata come addetto alla conservazione e restauro dei dipinti su tela. Critica e curatrice, si…

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