Il Leonardo ritrovato in Svizzera divide critici e stampa: capolavoro o bufala? Autenticità garantita per Carlo Pedretti, i “perplessi” capitanati da Vittorio Sgarbi
CHI L’HA VISTO? Chi l’ha visto?”. Prendiamo a prestito il titolo della nota trasmissione tv, per introdurre il preambolo indispensabile rispetto alla questione del presunto Leonardo, il ritratto di Isabella d’Este ritrovato in Svizzera. Come si fa a pronunciare giudizi, anche assai netti, senza aver analizzato l’opera se non nelle brutte immagini passate alla tv? […]
CHI L’HA VISTO?
Chi l’ha visto?”. Prendiamo a prestito il titolo della nota trasmissione tv, per introdurre il preambolo indispensabile rispetto alla questione del presunto Leonardo, il ritratto di Isabella d’Este ritrovato in Svizzera. Come si fa a pronunciare giudizi, anche assai netti, senza aver analizzato l’opera se non nelle brutte immagini passate alla tv? Perché – forse escludendo solo qualcuno – questo accade: nessuno ha avuto modo di studiare adeguatamente l’opera, e ammettere il contrario significherebbe ammettere di aver conosciuto l’esportazione illegale, e invischiarsi nel ginepraio legale che seguirà.
SGARBI: È UNA CIOFECA
Eppure le prese di posizione non mancano: e fra i più attivi – nessuno si stupirà – c’è Vittorio Sgarbi, che senza mezzi termini si fa capofila dei “perplessi”, per usare un eufemismo. “Quell’opera è una ciofeca”, tuona nella nota diffusa alla stampa. “Sorprende come si spendano soldi in operazioni così ridicole. È un’opera che non vale niente. Dico niente. Anzi, l’unica cosa di valore è forse la cornice. Non ci si può coprire di ridicolo con annunci così assurdi”. Tranchant anche Tomaso Montanari, e anche qui poche sorprese: “Aspetto imbarazzante della storia è che il quadro non è di Leonardo”, assicura su La Repubblica. “Mentre nel caso della Tavola Doria (un’altra opera attribuita a Leonardo recentemente recuperata in Svizzera dai nostri carabinieri) la storia collezionistica eccezionale e il valore documentario ripagavano abbondantemente della mancata autografìa, in questo caso si tratta di una derivazione davvero modesta (e forse anche tarda) di un famoso ritratto di Isabella d’Este disegnato dal Maestro e conservato al Louvre”. A raccogliere queste voci è anche Luca Beatrice su Il Giornale, che riporta altre dichiarazioni di Sgarbi: “Una crosta da Porta Portese, vale al massimo 2mila euro, dipinto da un peracottaro. Pedretti è un formidabile studioso di carte, documenti, teorie, ma rispetto ai dipinti è un gatto nero cieco in una notte senza luna”.
ANALISI E DATE CONTRASTANTI
Riferimento dei sostenitori dell’autografia, si accennava, è Carlo Pedretti, fra i massimi esperti dell’arte leonardesca, che ha dato per certa l’esistenza di un ritratto dipinto di lsabella d’Este individuandolo nell’opera scomparsa da secoli e ritrovata ieri. Secondo lui però, scrive ancora Beatrice, “sarebbe stato dipinto non a inizio ‘500 ma nella fase finale della carriera del pittore, intorno al 1514, in un successivo incontro con Isabella. Poi le indagini documentarie al carbonio 14 hanno confermato la datazione intorno al 1500 e le analisi chimice dei pigmenti sul viso supporterebbero l’ipotesi di compatibilità col tempo e l’opera di Leonardo”.
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