Quirinale, cambia tutto. Mattarella apre il Palazzo ai cittadini: da domani sarà più facile visitarne i tesori. Incipit presidenziale nel segno della cultura
Gliel’avevano chiesto in tanti, noi per primi. Un’unica voce, sulla stampa italiana, ma anche tra certi ambenti della politica e della cultura: il Presidente Sergio Mattarella, appena insediatosi, ha fatto i conti – tra le mille urgenze piovutegli addosso – con una faccenda forse non così impellente, certamente laterale, ma che sul piano simbolico vale […]
Gliel’avevano chiesto in tanti, noi per primi. Un’unica voce, sulla stampa italiana, ma anche tra certi ambenti della politica e della cultura: il Presidente Sergio Mattarella, appena insediatosi, ha fatto i conti – tra le mille urgenze piovutegli addosso – con una faccenda forse non così impellente, certamente laterale, ma che sul piano simbolico vale più di quel che sembra. L’apertura del Quirinale, splendida reggia capitolina, che da sessant’anni accoglie il Capo dello Stato, dopo aver ospitato per secoli Papi e Sovrani, è un segnale importante. Un segnale che significa condivisione, restituzione, comunicazione tra il Palazzo e la società civile, ma anche spostamento di prospettiva: mettere a frutto i tesori d’Italia avendone cura, tramutandoli in strumenti d’economia e in volani per l’immagine ed il prestigio del Paese. Scontato? Non per l’Italia di Pompei, dei musei chiusi o depotenziati, dei siti Unesco abbandonati, dei restauri fallaci e dei cantieri mai terminati.
Molti hanno sognato un grande Museo, tra le infinite stanze del Quirinale. Un expo permanente sulla cultura italiana, un tempio della storia repubblicana, un forziere di opere d’arte sempre nuove. Forse, un giorno, accadrà anche questo. Ma intanto il primo passo è compiuto.
Mattarella comincia col restituire l’austera residenza alla città. “Un gruppo di lavoro sta già definendo le modalità di questa nuova utilizzazione del Palazzo da parte dei nostri concittadini e di chiunque, anche straniero, vorrà visitarlo giorno per giorno”, ha dichiarato lo scorso 16 febbraio, in occasione della mostra che raccoglie, nel Salone dei Corazzieri, i venti arazzi commissionati da Cosimo I de’ Medici a Bronzino, Pontormo e Salviati per Palazzo Vecchio, restaurati dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Dunque, per prima cosa, cambiano gli orari. Il Quirinale – che resta sede presidenziale – non sarà più aperto solo la domenica, per poche ore al mattino, ma ogni giorno della settimana, probabilmente con orari più estesi. “Ho anche chiesto”, ha aggiunto il Presidente, “che venga ampliato il corpus delle visite a saloni e ambienti che non vi erano compresi”. Il meraviglioso scrigno si dischiude, svelando aree finora off limits e tesori interdetti, come la splendida collezione di carrozze.
E poi, il capitolo mostre: “Nuovi spazi saranno utilizzati per le attività espositive permanenti o temporanee”, ha spiegato. E la memoria torna indietro di 34 anni, quando, tra il 29 giugno e il 12 luglio del 1981, Sandro Pertini volle i Bronzi di Riace proprio al Colle, per una inedita esposizione che calamitò migliaia di visitatori.
Se avevamo salutato l’elezione di Mattarella con una sua intervista video, dedicata all’importanza della cultura e della scuola pubblica nella formazione dei cittadini, forse ci avevamo visto giusto. Il primo, importante gesto politico del neo Presidente è un gesto platealmente, intimamente culturale. Con tutto il portato simbolico che ne viene. Un caso? Evidentemente no. “Si è davvero liberi – dall’ignoranza, dal bisogno, dalla violenza – se liberi sono anche agli altri”, diceva in quell’intervista, cinque anni fa. Citando, a braccio, Epitteto: “La cultura vi farà liberi”. La piccola grande rivoluzione del Quirinale è l’eco incisiva e concreta di quelle parole. Non solo fiato, per una volta.
– Helga Marsala
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