A Rovigo arriva I.C.A.Ro. La città cambia volto, grazie al volo creativo di dieci giovani artisti. Che portano l’arte tra piazze, teatri, giardini, edifici
Icaro, il simbolo del volo per antonomasia. L’eroe mitologico che, grazie alle ali costruite dal padre Dedalo, si staccò dal suolo riuscendo a fuggire dal labirinto di Minosse. E I.C.A.Ro., non a caso, è il nome scelto dalla curatrice Melania Ruggini per il suo nuovo progetto, coordinato dall’associazione Arci provinciale di Rovigo e vincitore del […]
Icaro, il simbolo del volo per antonomasia. L’eroe mitologico che, grazie alle ali costruite dal padre Dedalo, si staccò dal suolo riuscendo a fuggire dal labirinto di Minosse. E I.C.A.Ro., non a caso, è il nome scelto dalla curatrice Melania Ruggini per il suo nuovo progetto, coordinato dall’associazione Arci provinciale di Rovigo e vincitore del bando Culturalmente 2014, indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Acronimo di Impulsi Creativi Artistici a Rovigo, I.C.A.Ro. prova a pensare l’arte come un balzo, un canale privilegiato per superare i confini delle cose. Spiccare il volo, perdersi nelle strade della città e oltrepassarne i margini, le visioni precostituite, le convenzioni e le zone d’ombra. In altre parole: restituire un altro volto ai luoghi, sfruttando il volano dell’arte.
Il target di riferimento è quello degli artisti under 35, che con gli spazi metropolitani si misurano, creativamente, in più forme e con più linguaggi. Ed è così che alcun aree di Rovigo, alcune strutture architettoniche che connotano lo skyline urbano, trovano una possibilità di rigenerazione e di affrancamento rispetto a una condizione di invisibilità, di marginaità o di semplice distanza dai cittadini.
Dal 6 marzo al 6 novembre 2015 sono la Rotondina di Piazzale di Vittorio, Piazza Vittorio Emanuele e via Angeli, Porta Augustina, le Torri e i Giardino del Castello, l’Archivio di Stato e il Teatro di San Bortolo, ad accogliere gli interventi da Chiara Guidotto, Francesco Mancin & Taag Comunicazione, Isabella Paris, Peeta, Sophie Samin e Anna Bechis, Alexa Sganzerla, Shakinart, Caterina Vallini e Dennis Ziliotto. Tramite azioni, opere site specific, installazioni, interventi di street art, gli spazi urbani selezionati saranno ribaltati, spalancati, messi in discussione, ridipinti e ridefiniti nell’aspetto e nella funzione.
Sullo sfondo, a rimarcare la natura plastica e cangiante delle “città invisibili”, una frase di Italo Calvino tratta da un’intervista del 1985: “Le città non sono altro che la forma del tempo”.
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