Marc-Olivier Wahler è il nuovo direttore artistico della Contemporary Istanbul. Colpo grosso della fiera turca che si affida al curatore svizzero per crescere in qualità e prestigio
Per i suoi dieci anni la Contemporary Istanbul, prima fiera d’arte della Turchia per l’arte contemporanea, ha pensato di regalarsi la supervisione artistica di un pezzo grosso dell’art system internazionale. Nominato oggi, si tratta dell’affermato curatore, critico e storico d’arte Marc-Olivier Wahler. Nel suo curriculum, la direzione dello Swiss Institute di New York, dal 2000 […]
Per i suoi dieci anni la Contemporary Istanbul, prima fiera d’arte della Turchia per l’arte contemporanea, ha pensato di regalarsi la supervisione artistica di un pezzo grosso dell’art system internazionale. Nominato oggi, si tratta dell’affermato curatore, critico e storico d’arte Marc-Olivier Wahler. Nel suo curriculum, la direzione dello Swiss Institute di New York, dal 2000 al 2006, e del Palais de Tokyo nei sei anni successivi (per il quale ha anche fondato il Palais Magazine), il premio Meret Oppenheim, il più importante riconoscimento per l’arte contemporanea in Svizzera ricevuto nel 2013, più numerose pubblicazioni, conferenze e mostre curate in giro per il globo, da San Paolo a Marrakech. Da ultimo, nell’ottobre 2012, Wahler ha fondato la Chalet Society, uno spazio di sperimentazione per le arti visive che ha trovato casa in una scuola abbandonata di Parigi. L’aspettativa è che l’apporto critico e curatoriale di Marc-Olivier Wahler per il prossimo novembre, giovi la Contemporary Istanbul, ben avviata sul piano delle vendite e dell’affluenza – vanta la quinta posizione di fiera più visitata nel mondo, dopo ARCO Madrid, l’Armory Show di New York, Art Basel Miami Beach, FIAC e Art Basel – ma che talvolta ha fatto storcere il naso per la qualità dell’offerta. La posizione riconosciuta e rispettata di Wahler darà alla fiera sul Bosforo un’ulteriore spinta e maggiore credibilità nello scenario internazionale. La scelta di affidarsi ad un nome di rilievo della scuderia dell’arte contemporanea occidentale non sorprende: è infatti dal 1987, dai tempi dell’organizzazione della prima biennale turca, quando in prima battuta fu convocato un team di curatori e critici europei, che Istanbul tradisce una costante ricerca di conferme e di approvazione dei vicini di casa, con cui condivide confini e attitudini, ma da cui sembra sempre sentirsi un passo indietro.
– Marta Pettinau
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