Re-programmed Art: an Open Manifesto all’Istituto Svizzero

Istituto Svizzero, Milano – fino al 28 marzo 2015. Al piano terra dell’istituto elvetico, una mostra interseca il destino del Gruppo T con i sistemi delle sue eredità. Design, ricerca, riproducibilità e rivoluzioni tecnologiche dell’elettronica si fondono con strumentazioni cibernetiche e sistemi open source.

Nell’elegante showroom Olivetti a Milano, nel 1962, furono esposti i lavori di Munari, Enzo Mari e degli artisti del Gruppo T (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Grazia Varisco) e del Gruppo N.
A oltre cinquant’anni di distanza, supportata dal laboratorio di cultura visiva del SUPSI, Università di Lugano, e all’associazione WeMake, all’Istituto Svizzero di Milano prende forma una rivisitazione, una rievocazione, ma soprattutto una riformulazione degli esperimenti cinetici presentati dal Gruppo T, oggi elementi attivi accanto a interventi concettualmente e formalmente estensivi. Non solo, dunque, le rifrazioni di Anceschi, lo spazio elastico di Colombo e le superfici magnetiche di Boriani, ma anche, fra gli altri, interventi di autori che, dopo diversi mesi di ricerca, propongono nuovi innesti.

Re-programmed Art. An Open Manifesto - veduta della mostra presso l'Istituto Svizzero, Milano 2015

Re-programmed Art. An Open Manifesto – veduta della mostra presso l’Istituto Svizzero, Milano 2015

Una prima anticipazione del progetto era già avvenuta a settembre 2014, a Lugano, al Museo Cantonale d’Arte, durante l’introduzione di Viavai. Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia, momento in cui enti e istituzioni avevano illustrato i diciannove progetti che una giuria di esperti aveva selezionato fra la settantina di proposte inoltrate da attori culturali svizzeri e lombardi. Il progetto Arte ri-programmata: un manifesto aperto è stato, infatti, possibile grazie al coinvolgimento di un gruppo di artisti e designer italiani e svizzeri nel processo di ri-programmazione open source di opere d’arte del Gruppo T. Gli artisti e i ricercatori, a Milano, ampliano le opere del Gruppo T tramite la programmazione di comportamenti interattivi attraverso tecnologie open source e invitando chiunque possa intervenire a testare queste sperimentazioni.
A distanza di sei mesi esatti, il piano terra dell’Istituto Svizzero propone un percorso percettivo attraverso il quale fare esperienza diretta di meccanismi di trasformazione programmatici. Ancora oggi, infatti, come negli Anni Sessanta, il Gruppo T, attraverso i lavori dei suoi componenti, attiva la capacità e la profondità visuale dei visitatori, con l’intento di espanderne la conoscenza.
Una mostra che intercede presso concetti, idee, meccanismi e visualità dell’arte programmata, tra matrici della programmazione, conseguenze della riproducibilità e condivisioni delle tecnologie open source.

Re-programmed Art. An Open Manifesto – veduta della mostra presso l'Istituto Svizzero, Milano 2015

Re-programmed Art. An Open Manifesto – veduta della mostra presso l’Istituto Svizzero, Milano 2015

Inoltre il 12 marzo, sempre all’Istituto Svizzero, si è tenuto un incontro dedicato al reenactment come metodo d’indagine per la ricerca, la conservazione e la messa in scena dell’arte programmata e cinetica. Alla discussione hanno partecipato Marco Scotini, direttore dell’Archivio Gianni Colombo, che ha illustrato i problemi che riguardano la ricostruzione degli ambienti di Gianni Colombo e in particolare di Spazio elastico; Giovanni Anceschi, che ha esplorato con Azalea Seratoni, storica dell’arte e curatrice, il progetto di riedizione dell’arte moltiplicata del Gruppo T e l’esperienza di Miriorama 8; Serena Cangiano, ricercatrice SUPSI, che ha raccontato la ricerca-azione del progetto Arte riprogrammata.

Ginevra Bria

Milano // fino al 28 marzo 2015
Re-programmed Art: an Open Manifesto
ISTITUTO SVIZZERO
Via del Vecchio Politecnico 3
02 76016118
[email protected]
www.istitutosvizzero.it
www.viavai-cultura.net

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/42769/arte-riprogrammata-un-manifesto-aperto/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

Scopri di più