The groupie attitude. L’eleganza ribelle e bon ton, firmata Vivetta
Benedetta da Re Giorgio, la giovane designer Vivetta progetta una collezione che omaggia la figura delle groupie. Suggestioni musicali, tra rock e pop, e una musa eccellente come Marianne Faithfull. Per donne bohémien, raffinate e fuori dal coro.
Se un outfit potesse vestirsi di musica, le note sarebbero i ricami e il pentagramma la texture. In un gioco ideale tra eleganza e atmosfere Anni Sessanta, leggerezza rivoluzionaria, joie de vivre e poetico disincanto, la designer Vivetta Ponti, fondatrice nel 2008 del brand Vivetta, porta in passerella a Milano The Groupie attitude, collezione ispirata dall’artista Marianne Faithfull, fedelissima dei Rolling Stones e legata a Mick Jagger. Vivetta decodifica il registro ideologico libertino e libertario dei famigerati sixties, accentuando in chiave contemporanea le caratteristiche di un dress code ironico ma sofisticato, bon ton e al contempo ribelle. Quello della groupie.
E non a caso Giorgio Armani, ormai talent scout sempre più impegnato a sostenere le nuove promesse del made in Italy, ha deciso di ospitare la stilista all’Armani Teatro, durante la fashion week milanese, per presentare le nuove tendenze del prossimo autunno-inverno. Ma questa volta la storia è diversa. Protagonista del mood Vivetta è il personaggio, la groupie tout court, la vestale alla corte della musica e del musicista, musa irriverente dalla femminilità forte e ingenua, amante insaziabile e affamata d’arte. Un’icona di stile che, grazie alla sua personalità, riesce a vivere di luce propria, nonostante il successo dell’artista venerato la ponga tendenzialmente in una posizione d’ombra.
Vivetta parte dalle sonorità di As tears go by, motivo scritto da Marianne Faithfull, per una collezione che fonde, senza esagerare, il savoir faire manifatturiero, naturalmente italiano, alla sperimentazione dei tessuti tecnici, con un occhio attento ai dettagli, segno di forte riconoscibilità del marchio. Fluidità, dinamismo, curiosità verso la scoperta di nuovi orizzonti stilistici, in cui i motivi floreali dell’Art Nouveau e del Liberty si alternano alle stampe all-over, ai profili décor di volti e mani sull’abito, ai ricami. Tutto accuratamente mixato su minigonne, capri pants o minidress. La pelliccia, must capospalla, è abbinata anche ai tessuti sperimentali come la popeline di cotone o applicata su giacche e maniche.
Cifra bohémienne, nel susseguirsi dei colori, grazie alle cromie che variano da tonalità tenui come il celeste e il lilla, alla vivacità del rosso scuro, del blu Klein ma anche del marrone biscotto; ma l’eleganza firmata Vivetta trova la sua originalità anche nell’essenzialità raffinata del bianco e del nero. Irrinunciabili gli occhiali da sole e il colletto o le cinture a forma di mani, realizzati in pizzo macramé, nella nuova versione con anelli che adornano le dita.
Vivetta intercetta e interpreta con il suo estro creativo un fenomeno culturale incisivo nello scenario antropologico del secolo scorso. Ed è interessante la ricostruzione quasi psichedelica che la designer fa di un archetipo di donna senza tempo, evitando di cadere nella trappola del déjà-vu. Vintage e attuale, a un tempo.
Gustavo Marco P. Cipolla
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