Toti Scialoja a Roma. Ci sono, in ogni istante

MACRO, Roma – fino al 6 settembre 2015. In mostra la pittura come strumento di pensiero e di azione. Con Toti Scialoja, insieme alle fiabe per bambini e al teatro. Un omaggio dovuto, che arriva con un anno di ritardo per il centenario della nascita.

La brama espressiva di Toti Scialoja (Roma, 1914-1998) potrebbe indurre nell’errore di considerare il suo percorso creativo come istintivo e rapsodico, indistinto e caotico. È sorprendentemente puntuale, invece, la modalità attraverso la quale veniva organizzato il lavoro nello studio dell’artista. Lo stato creativo era scandito con rigore e disciplina: dal gioco con le parole alla fase della scrittura, dalla preparazione del colore alla realizzazione del quadro, alla quale faceva seguito la conclusiva discussione sull’opera. L’imposizione di un ritmo indica la volontà di controllo del tempo fuggevole, il tentativo di imprimere un senso al suo scorrere, rendendolo fecondo e creativo. Porre un senso alla storia.
La mostra che celebra i cento anni della nascita di Toti Scialoja ne ripercorre l’antologia, rievocando il senso che l’artista ha riposto, giorno dopo giorno, allo scorrere del suo tempo. Il percorso espositivo, molto essenziale, prende a prestito la puntuale prassi di successione del suo lavoro creativo.

Toti Scialoja, Museo, 1973 - Courtesy Fondazione Toti Scialoja, Roma - photo Sario Manicone, Roma

Toti Scialoja, Museo, 1973 – Courtesy Fondazione Toti Scialoja, Roma – photo Sario Manicone, Roma

Le fiabe nonsense destinate all’infanzia, le scenografie, i costumi e le macchine teatrali fanno fronte ai lavori pittorici che si snodano in una cronologia circolare, nella quale la fine dell’esposizione riconduce al suo inizio. Ogni fase di produzione trova uno spazio ben definito, mai disgiunto dagli altri differenti momenti creativi. Così come non esiste una netta separazione tra le distinte fasi pittoriche: l’espressionismo degli Anni Quaranta, l’apertura alle avanguardie internazionali, la decostruzione e l’occultamento della forma sino all’approdo al comporre astratto dei primi Anni Cinquanta, la pittura che diviene impronta, gesto automatico, la trasmutazione del segno in una campitura cromatica uniforme per poi ritornare, negli Anni Novanta, al gesto libero e dinamico. Un’indomita ricerca che apre, in Europa, alla rivoluzionaria visione della pittura come gesto che si svolge in un tempo rapido, in uno spazio conquistato come un territorio domato e piegato all’azione dell’artista.

Toti Scialoja, Doppie impronte, 1959 - Courtesy Fondazione Toti Scialoja, Roma - photo Sario Manicone, Roma

Toti Scialoja, Doppie impronte, 1959 – Courtesy Fondazione Toti Scialoja, Roma – photo Sario Manicone, Roma

Riecheggia, nelle sfaccettate forme espressive utilizzate, una costante ricerca sul tempo e sullo spazio, nel complesso tentativo di catturare e affermare l’attimo presente, attraverso il gesto, nella pittura, o dando voce alle fantastiche creature che abitano fuggevolmente la mente dell’artista, nella poesia o nel teatro. Porre un significato a ciò che si assiste formarsi nella mente: così funziona la fantasia dei bambini e così quella di Toti Scialoja.

Giulia Pareschi

Roma // fino al 6 settembre 2015
100 Scialoja. Azione e Pensiero
MACRO
Via Nizza 138
06 671070400
[email protected]
www.museomacro.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/43324/100-scialoja-azione-e-pensiero/

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Giulia Pareschi

Giulia Pareschi

Giulia Pareschi è nata a Ferrara nel 1987. Consegue la laurea triennale in Tecniche artistiche dello spettacolo con la tesi sperimentale “Qualcosa d’altro oltre i Minotauri”, riflessione su un’esperienza di teatro sociale attivata da Roberta Ziosi, direttrice del Teatro Comunale…

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