Morto Giuseppe Zigaina. Si è spento all’età di 91 anni il pittore del neorealismo italiano che fu sodale di Pier Paolo Pasolini
Nell’Italia in via di ricostruzione del secondo dopoguerra e della pittura neorealista, c’era anche lui, Giuseppe Zigaina. E’ morto giovedì 16 aprile, all’età di 91 anni, dopo essere rimasto ricoverato in terapia intensiva per diversi mesi, nell’ospedale di Palmanova, in provincia di Udine. Nato nel 1924 a Cervignano del Friuli, Giuseppe Zigaina prese parte al […]
Nell’Italia in via di ricostruzione del secondo dopoguerra e della pittura neorealista, c’era anche lui, Giuseppe Zigaina. E’ morto giovedì 16 aprile, all’età di 91 anni, dopo essere rimasto ricoverato in terapia intensiva per diversi mesi, nell’ospedale di Palmanova, in provincia di Udine.
Nato nel 1924 a Cervignano del Friuli, Giuseppe Zigaina prese parte al rinnovamento artistico e intellettuale che destò l’Italia degli anni Quaranta. All’epoca, dipingeva e conversava con Pier Paolo Pasolini con cui, dal 1946, strinse un sodalizio professionale e umano che durò sino alla morte dello scrittore. L’uno realizzò tredici disegni per la raccolta di poesie di Pasolini, intitolata Dov’è la mia Patria; l’altro dedicò all’amico il poemetto Quadri friulani, parte del volume Le ceneri di Gramsci. Giuseppe Zigaina fu anche attore nel Decameron diretto da Pasolini nel 1971.
Come pittore, gli esordi risalgono al 1943, quando la Fondazione Bevilacqua La Masa organizzò la sua prima personale; seguirono poi la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la storica Galleria del Cavallino e la Biennale di Venezia del 1948, dove tornerà nelle edizioni a seguire. Dal realismo sociale degli inizi, negli anni Giuseppe Zigaina si orienta verso una pittura che guarda alla crudezza e all’aggressività del segno e del colore dell’Espressionismo e della Nuova Oggettività tedesca, per poi, negli anni Ottanta, incorporare nei suoi lavori l’incisione e la fotografia. L’anno scorso, in occasione del suo 90esimo compleanno, il Friuli ha celebrato il pittore con una grande antologica allestita a Trieste, nella sede del Consiglio regionale. Non si è attesa dunque la morte per riconoscerne il grande valore e il peso culturale nell’Italia del secolo scorso.
– Marta Pettinau
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