“Il ritorno della Storia dell’Arte nelle scuole? Un’illusione, ci sarà solo un’infarinatura di immagini”. Tomaso Montanari all’attacco del decreto sulla Buona Scuola

“Non si studieranno Giotto e Caravaggio come si studiano Dante e Galileo, ma ci sarà una infarinatura di immagini, fossero pure quelle dei cartelloni pubblicitari”. Su La Repubblica Tomaso Montanari cerca di leggere tra le righe del disegno di legge sulla cosiddetta Buona Scuola, per capire se e come sia previsto il ritorno dello studio […]

Non si studieranno Giotto e Caravaggio come si studiano Dante e Galileo, ma ci sarà una infarinatura di immagini, fossero pure quelle dei cartelloni pubblicitari”. Su La Repubblica Tomaso Montanari cerca di leggere tra le righe del disegno di legge sulla cosiddetta Buona Scuola, per capire se e come sia previsto il ritorno dello studio della Storia dell’Arte: e scopre che “non si parla mai di un insegnamento curricolare di ‘storia dell’arte’, ma genericamente di ‘potenziamento delle competenze nella musica e nell’arte’ e di ‘alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini’”. Gli iniziali entusiasmi erano sbagliati, dunque? “È un testo di una rozzezza culturale imbarazzante”, scrive Montanari, “le cui parole chiave – ripetute a mo’ di mantra – sono ‘creatività’ e ‘bellezza’. Una usurata retorica da imbonitori che annuncia di voler ‘formare giovani capaci di ripartire dal Made in Italy’, per metterli in grado – non già di conoscere e comprendere, o magari di ‘amare’ (come ha detto il presidente Sergio Mattarella nel suo discorso di insediamento ) – ma di ‘valorizzare le nostre meraviglie artistiche all’interno dell’offerta turistica, anche scegliendo strade imprenditoriali’”. Ma si tratta di un disegno di legge, forse nel dibattito parlamentare potrà essere migliorato? “Se, alla fine, la Buona Scuola partorisse un simile mostro sarebbe davvero la fine di una qualunque educazione storica al patrimonio culturale”, chiosa il commentatore. “I dubbi si aggravano quando si legge il documento illustrativo del governo, appropriatamente aperto da una copertina, rosa shocking, impaginata come una confezione di caramelle. Dentro questo ‘avviamento all’impresa’ (anzi, alla triste rendita del petrolio d’Italia) di stampo ultraberlusconiano, c’è evidentemente poco spazio per la ‘storia dell’arte’. E infatti l’entusiastico motto è: ‘Riportiamo la creatività in classe’”.

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Redazione

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