Expo. Al Padiglione azero si parla italiano
Expo oltre Expo: cosa rappresenta l’esposizione universale di Milano per i progettisti italiani? Cosa significare curare il padiglione di un Paese emergente (e in ascesa anche grazie all’architettura) avendo un’altra nazionalità? A tu per tu con Daniele Zambelli, direttore creativo del Padiglione Azerbaijan e fondatore, nel 2007, del network Simmetrico.
Chi è Daniele Zambelli e cosa è Simmetrico Network?
Mi piace definirmi “un cantastorie”: per me la narrazione è al centro di tutti i progetti, che si tratti di un padiglione, di un’architettura o di un evento. A partire da questa concezione, nel 2007 ho fondato Simmetrico, un network di creativi, progettisti ed esperti in tecnologie multimediali che realizza progetti in ambito museale, padiglioni espositivi ed eventi. L’idea alla base del network è di mettere in rete menti creative in maniera simmetrica, con tavoli multidisciplinari aperti. Siamo professionisti che collaborano allo sviluppo di un progetto partendo da una narrazione iniziale condivisa.
Cosa avete scoperto e cosa volete rendere noto dell’Azerbaijan attraverso il padiglione progettato per Expo?
Così come per gli altri lavori di Simmetrico, anche per il padiglione siamo partiti da una narrazione, in questo caso dalla volontà di presentare l’Azerbaijan come Tesoro di Biodiversità, titolo e tema nazionale. Sulla base di questo concept abbiamo quindi immaginato e realizzato l’architettura. L’Azerbaijan costituisce un modello unico di biodiversità, visto che sono presenti ben nove degli undici microclimi esistenti al mondo; inoltre ha un’incredibile varietà paesaggistica, oltre ad essere, da sempre, un crocevia culturale. Per raccontare tutto questo siamo partiti dall’idea di biosfera come metafora del Paese, un sistema in cui elementi differenti convivono in perfetto equilibrio, dando origine a crescita e sviluppo.
Il design del padiglione è il risultato di un lavoro di équipe nel quale Simmetrico è stato affiancato da altre realtà italiane: dal punto di vista operativo, come avete pianificato le attività di progettazione?
Il padiglione è frutto di un lavoro di un team di eccellenze tutte italiane, dalle fondamenta fino all’ultimo bit di contenuti. L’idea tecnica del progetto, sviluppato in diciotto mesi di ricerca e sviluppo, è opera di Simmetrico network con lo studio di architettura Arassociati, AG&P ha sviluppato il landscape dell’ingresso e della terrazza, mentre Ideas si è concentrato sullo studio delle componenti ingegneristiche. Per il padiglione hanno lavorato oltre 250 persone in Italia e 50 in Azerbaijan.
La smontabilità è stato uno dei requisiti richiesti dalla committenza e anche voi avete integrato nell’intervento alcune “buone pratiche” energetiche. Può raccontarci di più di questi aspetti salienti?
Sì, il padiglione è stato concepito e fabbricato per essere completamente smontato dopo Expo: sarà infatti rimontato in un parco nella città di Baku, un vero esempio di sostenibilità̀. Per realizzare tutto ciò̀ il nostro gruppo di ingegneri, congiuntamente alla nostra società̀ People and Projects, ha costruito sfere e facciate e progettato giunti speciali intelligenti e disassemblabili, divenuti un brevetto registrato. Forme semplici e pulite, ottenute con materiali tipici del territorio azero e secondo criteri di bioarchitettura, prevedendo il minimo spreco energetico, oltre a tecnologie a basso consumo energetico.
In qualità di direttore creativo del padiglione, quale, fra le varie installazioni presenti nel padiglione, riesce a restituire l’immagine più esauriente dell’Azerbaijan contemporaneo?
Tra le installazioni segnalo l’imponente albero di legno e luci: la chioma è realizzata con veri rami di melograno, pianta significativa nella tradizione dell’Azerbaijan, simbolo di vita e prosperità; un sistema di controllo, all’interno del padiglione, consente di mantenere un microclima ideale per la sopravvivenza del verde presente. È un’installazione dedicata alle ricchezze naturali del paese dunque, ma anche direttamente connessa con la società dell’Azerbaijan. Nella parte bassa dell’albero, infatti, abbiamo volutamente inserito una videoinstallazione, Portraits of Arzebaijan, nella quale appariranno in successione ritratti di uomini e donne che vivono lì.
Guardando a Expo come chance per il nostro Paese, quali sono stati i punti di forza emersi in questo lungo periodo pre-inaugurazione?
Penso che Expo rappresenti per il nostro Paese un’opportunità unica di sperimentazione, integrazione e confronto con l’estero. Faccio l’esempio di Simmetrico network: un team completamente italiano che ha avuto con Expo l’occasione di rafforzare le proprie relazioni internazionali.
Un prossimo traguardo professionale?
Tra i nuovi progetti di Simmetrico network c’è la nascita della divisione Simmetrico Cultura, attiva sia in Italia che all’estero, nella realizzazione di mostre e progetti autoriali. Con Simmetrico Cultura stiamo sviluppando due mostre itineranti: Pompeii Insight, un racconto attraverso le visioni dei grandi uomini che hanno incontrato Pompei, e un’esposizione su Che Guevara. A questo si aggiunge l’internazionalizzazione del brand Simmetrico network, con l’apertura di nuove sedi in Vietnam, a Dubai e a New York. Un interesse verso i mercati internazionali per portare la capacità tutta italiana di raccontare storie nel mondo e creare eventi capaci di essere un’occasione di comunicazione culturale.
Valentina Silvestrini
www.simmetrico.it
www.expo2015.org/it/partecipanti/paesi/azerbaigian
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