LinkedIn. Lavorare nell’era 2.0
LinkedIn Italia compie quattro anni e festeggia l’espansione nel Belpaese con nuovi uffici. Siamo andati a curiosare nella sede milanese del professional network più cliccato al mondo. Uno spazio futuristico, frutto di un’idea di lavoro rivoluzionaria. E fra un tavolo da ping pong, un’amaca e qualche chitarra, il CEO Marcello Albergoni ci ha svelato l’attitudine vincente di coniugare otium e negotium.
LinkedIn: pioniere della digitalizzazione del mercato del lavoro, nasce a San Francisco nel 2003. Sette anni più tardi, direttamente dalla Silicon Valley, il social sbarca in Italia per un’espansione a colpi di clic. Con due nuovi utenti al secondo, 347 milioni di iscritti in tutto il mondo, di cui 8 milioni solo nel Belpaese, oggi LinkedIn è il numero uno fra i social professionali e, in tempi di economia 2.0, non sembra intenzionato a fermarsi.
UN UFFICIO A MISURA D’UOMO
Forte di questo successo, LinkedIn cambia casa per trasferirsi in un ufficio più grande: uno spazio di 600 mq, al 19esimo piano di un grattacielo nel quartiere Garibaldi. All’apertura delle porte dell’ascensore, a dare il wellcoming un panorama mozzafiato. Dalle vetrate si scorge la Unicredit Tower e il Bosco Verticale e, oltre lo skyline milanese, lo spettacolo dell’uomo lascia posto a quello della natura, con la vista sulle Alpi.
Al centro dell’ufficio si trova una piattaforma multimediale per organizzare la propria giornata. Grazie a pannelli touchscreen è possibile fissare incontri, riservare conference room o prenotare le bici, messa a disposizione per gli appuntamenti in giro per la città. Una squadra sportiva, dinamica ed eco-friendly, quella di LinkedIn, che porta i propri valori dentro l’ufficio. Stando agli studi recenti, un ambiente rilassato assicura una performance professionale vincente, come rivela Marcello Albergoni, CEO di LinkedIn Italia: “Il vecchio metodo di avere i dipendenti inchiodati alla scrivania con un capo schiavista non funziona. Le persone hanno bisogno di esprimersi e la specificità del team rappresenta un valore aggiunto per le stesse imprese”.
E allora ecco morbidi divanetti, poltrone Anni Sessanta e un “giardino segreto”, con un sofà verde prato, cuscini floreali, piante e perfino un’amaca dove rilassarsi fra un meeting e l’altro.
E poi un’area di ritrovo per “uomini duri”, con calciobalilla, ping pong e una playstation su grande schermo. Un luogo perfetto per celebrare traguardi importanti, ma anche per allentare la tensione nei momenti di stress. Se gli sportivi possono usufruire dello spogliatoio con doccia dopo aver fatto jogging, i più creativi hanno a disposizione una collezione di chitarre per tirare fuori la propria anima rock. In quel dell’Isola i distributori automatici lasciano il posto a una cucina a vista, sempre a disposizione per un coffee break o per un pranzo all’insegna della dieta mediterranea.
E poi si torna al lavoro, in uno spazio basato su un equilibrio fra sale riunioni, openspace e aule appartate, dove ritrovare la concentrazione o discutere in piccoli gruppi. E a fine giornata una stanza-cantina con luce soffusa, vinili e bottiglie di vino da stappare in solitaria o con qualche collega. Un luogo “non connesso” nell’azienda più connessa al mondo: perché il design, come la vita, è una questione di equilibrio.
IL PROGETTO
L’ufficio milanese nasce dalla collaborazione tra LinkedIn e Il Prisma, uno studio di architettura specializzato nella progettazione di spazi lavorativi. Questi designer all’avanguardia seguono una filosofia chiamata “redefine your habits”, che consiste nel trasferire l’identità dei dipendenti nello spazio fisico, utilizzando l’ambiente come leva di management.
Nella fase iniziale il team di Linkedin è stato coinvolto in un workshop, che ha portato alla luce le caratteristiche del gruppo e dei singoli componenti. Sulla base dei risultati del test, Il Prisma ha progettato gli spazi, coniugando i valori dell’azienda californiana all’italianità e alla specificità dei venticinque dipendenti della sede meneghina. Il risultato è un ambiente rilassato e positivo, nel quale lavorare col sorriso, muovendosi tra una conference call in inglese, una partita a calcetto e due chiacchiere in un’oasi green.
Aristotele diceva che “lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”. Ma nel 2015 la distinzione fra otium e negotium sembra destinata a scomparire.
Federica Galassi
https://it.linkedin.com/nhome/
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