Politica e Politiche Culturali. L’Accademia di Brera in Biennale
Si apre Biennale Sessions, interessante comparto educational nato nel 2010 e rivolto a studenti di facoltà d’arte e architettura e giovani ricercatori. Qui vi raccontiamo della prima iniziativa organizzata dall’Accademia di Brera.
Biennale Sessions è un’attività iscritta negli eventi collaterali della Biennale di Venezia: inaugurata nel 2010 in occasione della 12. Mostra Internazionale di Architettura, People meet in architecture, a cura di Kazuyo Sejima, con il titolo Destination la Biennale di Venezia: universities meet in architecture, dal 2011 assume l’attuale denominazione e si tiene ogni anno.
Scopo di Biennale Sessions è agevolare la visita all’Esposizione per un pubblico in via di formazione (studenti di facoltà d’arte e architettura e giovani ricercatori): iniziativa che si è sviluppata velocemente arrivando a toccare, in occasione della scorsa Biennale di Architettura, la cifra record di 120 adesioni da parte di atenei europei e internazionali.
Quest’anno si registrano le presenze del Politecnico di Milano, cui seguirà la Australian Catholic University, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, la Venice International University, la University of Applied Arts di Vienna e altre, per un totale di 50 istituzioni internazionali che organizzeranno una serie di incontri e lezioni per tutta la durata di All the World’s Futures diretta da Okwui Enwezor.
L’Accademia di Belle Arti di Brera aderisce dal 2013: giunta ormai alla terza edizione, l’Ufficio Erasmus/Relazioni Internazionali di Brera ha inaugurato il programma nell’area Educational delle Tese con una open lesson focalizzata su Politica e Politiche Culturali. Alla conferenza sono intervenuti Massimo Mazzone (Accademia di Belle Arti di Brera), Paolo Martore (NACCA – Network for new Approach for the Conservation of Contemporary Art), Marco Trulli (curatore de La ville Ouverte-BJCEM), con la partecipazione di Antonio Manuél (artista del Padiglione Brasile) e Luis Camillo Ozorio (Chief Curator del MAM di Rio e docente al Philosophy Department PUC di Rio de Janeiro).
Il tema Politica e Politiche Culturali si richiama allo statuto ideologico sotteso nella scelta del contenuto museale, su quali siano i criteri di selezione che tali istituzioni hanno perseguito nelle diverse epoche e nei differenti contesti: una domanda urgente in una Biennale che sembra annichilire lo sforzo artistico in nome di una presa di posizione curatoriale la quale, più che rivolgersi ai “futuri”, sembra proiettata e introiettata nei “passati” del mondo.
Tra gli argomenti trattati nella open lesson, quali siano state le esperienze produttive realizzate tra l’Europa, l’Italia e il Latino-America, cosa significhi oggi fare arte nell’area mediterranea, ormai zona di conflitto, cosa abbia implicato produrre arte nel Brasile della dittatura, come le politiche interne e gli enti formativi progettano o ri-progettano il museo del futuro.
Sono stati analizzati anche gli aspetti politico-sociali della produzione artistica e culturale, illustrando alcuni episodi del passato e dell’attualità, realtà storiche come la Biblioteca Social Reconstruir a Città del Messico, le esperienze di Antonio Manuél e di altri artisti di quella generazione con le scuole di samba e in generale con le classi popolari, il duro confronto col potere o come possa sopravvivere la possibilità di un’interazione tra enti museali e forme di attivismo e impegno sociale, come nel caso della rassegna video P.I.G.S. all’Auditorium di Roma e all’Ars Santa Monica di Barcellona, o ancora commentando l’installazione, presentata all’Arsenale, From the horde to the bee di Marco Fusinato, collegata con l’Archivio Primo Moroni di Milano, o Who is Building the Guggenheim Abu Dhabi di Gulf Labour Coalition, sempre all’Arsenale.
Nel corso della conferenza sono stati inoltre proiettati due video di Antonio Manuél, Cultura & Loucura e Ocupaçao e Descobrimiento, rispettivamente del 1973 e del 1998, film che furono presentati alla rassegna Libertà Politica e Territorio, curata da Paolo Martore e Marco Trulli nel Padiglione Bolivariano del Venezuela, diretto allora da Juan Pedro Posani e Denardin Urbina alla 10. Biennale di Venezia Architettura del 2006.
Negli stessi giorni in cui i rappresentanti dell’Accademia erano a Venezia si sono tenute alcune manifestazioni di protesta simultanee alla Biennale, come il progetto AB-Strike, frutto della collaborazione tra S.a.l.e. Docks e Macao, la protesta No Navi Grandi o l’occupazione della Fondazione Peggy Guggenheim a Venezia a opera degli attivisti di Gulf Labour Coalition: tutti eventi che sono diventati argomento di discussione all’interno della open lesson.
Valeria Baudo
www.labiennale.org/it/arte/esposizione/biennale-sessions/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati