L’Agenzia nazionale italiana del turismo supplica Renzi: “Ponete fine all’agonia dell’ENIT che sta compromettendo l’immagine dell’Italia”
Cos’è l’ENIT? Ufficialmente, è l’Agenzia nazionale italiana del turismo, ente pubblico che promuove l’offerta turistica del nostro Belpaese da quasi un secolo. Nella realtà? Un parcheggio per raccomandati, un’enorme macchina mangiasoldi pubblici, un inutile carrozzone in agonia. Quest’ultima definizione sintetizza l’accorata lettera firmata dai dipendenti dell’ente e da quasi tutti i dirigenti, indirizzata qualche giorno […]
Cos’è l’ENIT? Ufficialmente, è l’Agenzia nazionale italiana del turismo, ente pubblico che promuove l’offerta turistica del nostro Belpaese da quasi un secolo. Nella realtà? Un parcheggio per raccomandati, un’enorme macchina mangiasoldi pubblici, un inutile carrozzone in agonia. Quest’ultima definizione sintetizza l’accorata lettera firmata dai dipendenti dell’ente e da quasi tutti i dirigenti, indirizzata qualche giorno fa all’attenzione del premier Matteo Renzi. Con una richiesta: l’accorpamento dell’agenzia all’ICE, l’ente statale che promuove i rapporti economici e commerciali con l’estero. Questa sarebbe l’unica soluzione non solo per dare uno scopo esistenziale all’ENIT, ma anche per salvare l’Italia dalla pessima figura che sta facendo negli ultimi tempi, Expo 2015 e sito Verybello! compresi, che avrebbero dovuto rilanciare l’Italia, non affossarla ulteriormente. Mentre l’ENIT sta di fatto “compromettendo l’immagine turistica del Paese nei confronti della stampa estera e degli operatori internazionali”, si legge nella lettera.
Tra i non firmatari della richiesta di fusione ci sarebbero il commissario straordinario Cristiano Radaelli, insediato un anno fa per volere del ministro Dario Franceschini, e il direttore generale A.B., indagato a Roma per presunti illeciti nella sua nomina.
Ancora non è chiaro quale sia la posizione del Ministro della Cultura, né tantomeno di Renzi. Bisogna vedere ora se avrà la meglio il buon senso o l’immobilismo tanto caro ai politici italiani. Anche a quelli che si autoproclamano rottamatori.
– Marta Pettinau
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