Il Festival del Film di Roma torna a essere Festa. Basta premi, basta giurie, arrivano nuovi spazi e uno sguardo speciale al mercato
DA FESTIVAL A FESTA Non sembra possibile, dopo tutte le catastrofi annunciate, ma il Festival del Film di Roma, che torna ad essere Festa, come era in partenza, compie dieci anni. L’appuntamento appena annunciato dalla nuova governance ha un look tutto rivisitato: sotto la Presidente, una volta direttore artistico, Piera Detassis, e il neo direttore […]
DA FESTIVAL A FESTA
Non sembra possibile, dopo tutte le catastrofi annunciate, ma il Festival del Film di Roma, che torna ad essere Festa, come era in partenza, compie dieci anni. L’appuntamento appena annunciato dalla nuova governance ha un look tutto rivisitato: sotto la Presidente, una volta direttore artistico, Piera Detassis, e il neo direttore artistico, Antonio Monda, in una piccola sala dell’Auditorium, sono state svelate le novità che investiranno l’organizzazione e la logistica della prossima edizione. Dal Sindaco Marino, al Ministro Franceschini, all’assessore Marinelli, tutti in uno sforzo congiunto per salvare l’appuntamento cinematografico della Città Eterna, che punterà su un mercato di qualità tutto concentrato a riportare gli investimenti internazionali in Italia, con facilitazioni economiche (vedi tax credit) e la promessa di una location unica al mondo: le Terme di Diocleziano.
PER LA GENTE, NON SOLO PER GLI ADDETTI
La direzione intrapresa da Muller l’anno scorso, con il solo Premio del Pubblico, offerto dal main Partner BNL, è stata confermata quest’anno: la kermesse vuole essere per la gente, molto più che per gli addetti ai lavori. Via i premi, via le giurie, Monda punto tutto sugli incontri, non rinunciando al glamour dei red carpet. E saranno Wes Anderson e il premio Pulizer Donna Tartt a intrattenere il pubblico durante alcuni degli eventi previsti dal calendario. Loro racconteranno le loro preferenze sul cinema Italiano. Poi Joel Coen e la moglie Frances McDormandtoccheranno il tema delicato della coppia creativa al cinema, mentre ogni membro della giuria dei selezionatori (di cui quest’anno fa parte anche Richard Pena, ex direttore artistico del Festival di New York) proporrà un grande film dimenticato, tipo I soliti fuochi di Elia Kazan.
NUOVI SPAZI, COMPRESO IL MAXXI
Monda ha voluto una retrospettiva su Antonio Pietrangeli, uno dei grandi autori della nostra storia, caduto quasi nel dimenticatoio, che verrà replicata con poca distanza anche al Moma di New York. Sarà, poi, interpellato Renzo Piano: a lui l’affascinante compito di parlare dei legami tra architettura e cinema. Il Direttore Artistico, che ha centellinato e misurato gli interventi e le anticipazioni (Sorrentino, Verdone, Friedkin sono tre dei nomi snocciolati), ha anche parlato di un’iniziativa che riguarda le arti visive e che avrà luogo nel vicino Maxxi e in luoghi selezionati della città. L’intenzione di coinvolgere tutte le arti e amplificare il bacino d’utenza, alzando il tiro, ma mantenendo la forma popolare è l’aspetto più ambizioso di questa Festa/Festival alle Porte, che Monda, grazie alle sue doti strategiche e politiche potrebbe portare a buon esito. Lo ammette lui stesso di essere ottimista anche con un terzo del badget (3,6 milioni) rispetto ai suoi predecessori. Un mood tutto diverso il suo, uno stile asciutto e vagamente antiquato: tono misurato, sempre la risposta giusta, self control e savoir faire.
REPLICHE ANCHE NELLE PERIFERIE
La Detassis ha insistito sulla volontà di investire nella formazione del pubblico, con repliche nelle periferie della città, che potenzieranno il lavoro, già eccellente secondo i numeri, di Alice, la sezione autonoma dedicata al cinema per ragazzi. Il festival infine è stato di nuovo posizionato a ottobre dal 16 al 23, con un giorno di programmazione in meno.
– Federica Polidoro
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