Esce il disco omaggio a Burroughs di Paolo Tarsi. Che dedica tre brani agli artisti Paolo Cotani, Marco Tirelli e Tullio Pericoli
Lo avevamo presentato proprio qui su Artribune, con l’ascolto di un brano in anteprima, in occasione del centenario dalla nascita di William S. Burroughs, a cui l’album è dedicato. E ora è finalmente disponibile per tutti. Si tratta di Furniture music for new primitives, nuovo disco del musicista e compositore Paolo Tarsi che esce il […]
Lo avevamo presentato proprio qui su Artribune, con l’ascolto di un brano in anteprima, in occasione del centenario dalla nascita di William S. Burroughs, a cui l’album è dedicato. E ora è finalmente disponibile per tutti. Si tratta di Furniture music for new primitives, nuovo disco del musicista e compositore Paolo Tarsi che esce il 22 giugno. Registrato principalmente negli studi Pink House di Monsano (An), il disco è una produzione dell’etichetta Rara Records – per cui sono usciti lavori di Ennio Morricone e l’ultima registrazione di Giulio Capiozzo, membro fondatore degli Area – in collaborazione con uno dei marchi più importanti della discografia italiana, la Cramps, inserendosi come secondo volume della collana POPtraits Contemporary Music Collection. Musicalmente l’album è un ritorno alle origini del minimalismo, in un percorso che vede dialogare tra loro musica contemporanea e rock sperimentale, arricchito dalla presenza di tantissimi ospiti: dal free jazz/dark ambient/industrial dei Junkfood, al tributo al pink floydiano Rick Wright, scritto da Tarsi appositamente per il duo composto dall’ex Afterhours (e ora Der Maurer) Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, con la chitarra di Diego Donati. Tre brani, poi, sono dedicati agli artisti Paolo Cotani, Marco Tirelli e Tullio Pericoli. L’artwork è frutto, invece, della collaborazione con il fotografo Roberto Masotti, il compositore, regista e artista visivo Roberto Paci Dalò e l’artista Luca Domeneghetti che, per la copertina, ha creato un collage visivo ricco di riferimenti e citazioni colte: “Ancor più che cut-up cinematografico o letterario, nel mio quadro penso di vederci molto cinema underground italiano degli Anni Sessanta/Settanta (Brocani, Gioli e Tambellini)”.
– Claudia Giraud
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