Still-life Remix. La natura alla Cantina Antinori
Cantina Antinori espone un percorso di ventisei artisti, da Santo Tolone a Esko Männikkö, da Gusmao & Paiva a Shimabuku. Per iniettare nuova linfa alla stasi classica, talvolta decadente, della natura morta. Con l’occasione, le tre sorelle Antinori rivelano la loro idea d’arte di natura.
LA NATURA SI METTE IN POSA
Still-life Remix prende luogo a partire dalle adiacenze di un un’ampia metratura, un volume inserito in una delle molteplici sezioni emerse della Cantina Antinori nel Chianti Classico, a Bargino, San Casciano, un edificio complesso disegnato da Marco Casamonti.
Fino al 4 ottobre è possibile visitare un percorso espositivo che, a partire dal dipinto murale di Nicolas Party Giant Fruits e dal torsolo di mela in marmo colorato di Aldo Mondino (Torso torsolo rosicchiato da Rodin), preannunciano non tanto un itinerario caricaturale del memento mori legato al genere della natura morta, quanto piuttosto una rinnovata declinazione e sensibilità contemporanea della natura in posa.
ANTINORI PER EXPO
La mostra si sviluppa con assoluta preminenza alle pareti lasciando un vuoto vorticoso al centro, spazio prediletto per qualsiasi lettura a tuttotondo della selezione. Ventisei artisti, a cura di Ilaria Bonacossa, e quasi quaranta lavori assimilano immaginari, processi, approcci e pensieri nelle forme, talvolta decostruite, dunque vivificate nel presente, di flora e fauna.
L’atto re-interpretativo e iper-narrativo della natura morta si traduce come prosecuzione ideale dell’ultima edizione biennale di Antinori Art Project, patrocinato da Expo 2015 e inserita nei percorsi ufficiali culturali in Italia durante il semestre della manifestazione; sottoponendo al visitatore una raccolta di diversi frammenti uniti da una sola visione organica rivolta all’immutabilità del tempo. E al suo innocuo, ipnotico perpetuum effimero.
GIOVANI PROMESSE A TAVOLA
L’itinerario, nel suo complesso, accosta un insieme di opere fotografiche, scultoree, pittoriche e video che illustrano come ancora oggi il nostro sguardo possa, attraverso il codice espressivo della natura morta, cogliere il passare del tempo attraverso la rappresentazione visiva di un impossibile equilibrio tra naturale e artificiale.
“Le opere allestite senza soluzione di continuità dimostrano che attraverso lo still life molti artisti contemporanei ancora oggi possono raccontare la loro percezione del mondo che ci circonda, la fragilità umana, la caducità della felicità terrena, a dimostrazione che questo genere sospeso tra tradizione pittorica e fotografia pop sia oggi più che mai vivo e capace di trasferire emozione”, sottolinea la curatrice.
Still-life Remix ospita, fra alcuni grandi nomi della contemporaneità, artisti emergenti come Santo Tolone (con Emmanuelle, 2009) ed Elisa Strinna (con il trittico d’ispirazione caravaggesca Variazione su canestra di frutta, 2011), autori che fanno eco all’iconografia classica dell’alzata portafrutta a centrotavola, per trasformare il tripudio bilanciato della frutta in un mero espediente della replicabilità.
OLTRE IL FOOD SUI MASS MEDIA
Ma a fronte dell’uso onnipresente del paesaggio enogastronomico sui media di massa, della fotografia e del costante bombardamento pubblicitario delle multinazionali del cibo, perché e secondo quali linguaggi gli artisti contemporanei raccontano la vivezza, l’attualità della natura morta? Come si sono trasformati i codici, le formule visive che queste composizioni affrontano?
Una risposta a questi temi, o un aspetto delle molteplicità che essi contengono, è conferita dalle deflagrazioni di Ori Gersht, così come dalle opulenze ricolme di Wolfgang Tillmans, ma anche al Misfit – Peacock Albino, Cangaroo, Ostrich, 2014 di Thomas Grunfeld, così come alla delicatezza della banalità nel dipinto, su parete scura, di Lorenzo Scotto di Luzio oppure alla dinamicità delle differenze in Something that floats/Something that shrinks, 2010 di Shimabuku.
LA VOCE DELLE TRE SORELLE
In risposta alla mostra Still-life Remix, inoltre, la famiglia Antinori ha deciso di presentare negli spazi dedicati alle collezioni della cantina alcune opere di Palazzo Antinori. Una grande Natura Morta Fiamminga del 1600 e due tele di Filippo De Pisis.
Ma Albiera, Allegra e Alessia, le tre sorelle Antinori, rappresentano oggi un legame tra il nome all’eccellenza nell’arte del vino e una tradizione d’impronta visionaria che permetterà, il prossimo autunno, a Giorgio Andreotta Calò di allestire alcuni interventi permanenti all’interno della cantina.
“La storia della nostra famiglia, che ci ha fatto nascere e crescere a Firenze”, sottolinea Albiera Antinori, “ci ha permesso anche di inscrivere nelle nostre sensibilità la ricerca per il bello, costituendo, sviluppando di pari passo un’attitudine al gusto, alla percezione, al paesaggio. Essere circondati dalla massima espressione umana è il nostro modo di sentirci a casa, al di là del fatto che l’arte possa essere vista necessariamente come un completamento della nostra formazione”.
“La ricerca di un’estetica”, sostiene Alessia Antinori, “si declina nell’architettura, quanto nella miscela di un vino, così come nella scoperta di un artista; elementi che nascono tutti dalla medesima origine, dando un luogo ad un contesto che diventa motore del Bello e di alcuni suoi aspetti peculiari. Ritengo dunque che abbia maggior merito quel che ci circonda, che ha sempre funto da insegnamento, rispetto al nostro solo lavoro”.
“Fortunatamente, però ci siamo sempre suddivise i compiti”, rimarca Allegra, “anche nel campo dell’arte. Se una di noi si interessava alla collezione del Seicento e dell’Ottocento, l’altra portava avanti l’interesse per altre correnti, per altri Movimenti, in continua evoluzione, arrivando a scoprire, come è accaduto in molti casi, artisti contemporanei giovanissimi anche poco noti. Ognuna di noi tre ha i propri gusti, vero. Ma l’importante è immergersi e rimanerne invischiati, questa è una dote di famiglia. Per quanto riguarda l’arte, poi, bisogna esserne sempre attratti, spontaneamente, con naturalezza”.
Ginevra Bria
San Casciano Val di Pesa // fino al 4 ottobre 2015
Still-life Remix
a cura di Ilaria Bonacossa
artisti: Giorgio Andreotta Calò, Arianna Carossa, Mat Collishaw, Hans Peter Feldmann, Stefania Galegati, Francesco Gennari, Ori Gersht, Piero Gilardi, Thomas Grünfeld, Gusmao & Paiva, Calla Henkel & Max Pitegoff, Georgie Hopton, Elad Lassry, Esko Männikkö, Davide Monaldi, Aldo Mondino, Nicolas Party, Jack Pierson, Namsal Siedlecki, Lorenzo Scotto di Luzio, Shimabuku, Shirana Shahbazi, Elisa Strinna, Wolfgang Tillmans, Santo Tolone, Luca Vitone
ANTINORI NEL CHIANTI CLASSICO
Via Cassia per Siena 133 – loc. Bargino
[email protected]
www.antinorichianticlassico.it
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/46199/aap-antinori-art-project-still-life-remix/
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