Zeng Fanzhi. Cinquant’anni ed essere al top
59 milioni di euro di fatturato in un anno. Non male per un pittore a metà carriera, non credete? Abbiamo fatto qualche conto in tasca al cinese Zeng Fanzhi.
CHI È ZENG FANZHI
Ha solo cinquantuno anni, viene dalla Cina centrale, da Wuhan, che della provincia di Hubei è la capitale. Si chiama Zeng Fanzhi e in Oriente – e non solo – è una vera star delle aste. Tanto che solo lo scorso anno ha raggiunto un fatturato di oltre 59 milioni di euro.
Pur non facendo politica, il suo lavoro è intriso dell’immaginario culturale rivoluzionario e della Cina di Mao, dell’habitat in cui è cresciuto, reinterpretato attraverso le emozioni personali del maestro d’Oriente. La sua fortuna corrisponde all’ascesa e all’interesse guadagnato dall’arte cinese nel primo decennio del nuovo millennio.
I SUCCESSI IN ASTA
In questa congiuntura favorevole, il suo lavoro guadagna risultati record a Londra, negli Stati Uniti e naturalmente a Hong Kong, dove nell’ottobre 2013, da Sotheby’s, la sua Ultima Cena (2001) – una rivisitazione del capolavoro di Leonardo da Vinci – raggiunge addirittura i 23 milioni di dollari. Le cronache dell’epoca parlano di una stima iniziale di 10 milioni per il lavoro acquistato e poi venduto dal barone e dalla baronessa Guy e Myriam Ullens de Schooten. Un record, questo, che lancia il lotto nel gotha dei quindici migliori risultati per l’arte contemporanea e che ha ulteriormente rinfocolato l’interesse per l’arte asiatica.
Se il 2014 non è stato è stato generoso come il precedente, ha comunque confermato uno status, battendo molte delle sue opere per cifre tra il milione e i tre milioni di dollari sulle piazze di Londra, New York e Hong Kong. Dove, insieme alla Cina, ça va sans dire, si concentra il mercato di questo artista molto amato anche negli Stati Uniti e nell’area franco-anglofona d’Europa.
I PASSAGGI IN ITALIA
E in Italia? Lo abbiamo visto quattro volte. Nel 2005, quando ancora non era una stella del mercato, presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, nel 2008 per la mostra 21st Century China: Art between Identity and Transformation al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 2009 alla Biennale di Venezia e infine, sempre in laguna, nel 2011 a Palazzo Grassi nell’ambito della mostra The World Belongs to You.
Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #24
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