L’estate al Palais de Tokyo di Parigi
Palais de Tokyo, Parigi – fino al 13 settembre 2015. Seguendo la direzione indicata dal suo ex direttore Nicolas Bourriaud, secondo cui l'arte è fondamentalmente uno “stato d'incontro”, il museo parigino presenta cinque mostre per l’estate. Comune denominatore: l'interazione con il pubblico.
Effervescente, ribelle, impegnato: questo è il Palais de Tokyo, anti-museo per eccellenza, situato nel XVI arrondissement di Parigi. I grandi spazi che lo costituiscono mantengono volutamente l’aspetto di un cantiere aperto, dal carattere mobile e perennemente precario.
CÉLESTE BOURSIER-MOUGENOT
Da metaforico imbarcadero che offre allo spettatore la possibilità di esplorare nuovi territori fuori dall’ordinario, questa volta lo spazio si trasforma in un imbarcadero vero e proprio grazie all’opera dell’artista francese Céleste Boursier-Mougenot, Acquaalta. Un’ala del Palais de Tokyo è infatti trasformata in una piccola Venezia, in cui lo spettatore è chiamato a salire su una vera barca e a pagaiare dolcemente, scivolando sulle acque di un immenso canale installato al centro della sala. Attraverso la creazione di questo paesaggio lacustre, l’artista conduce il visitatore in un’esperienza al tempo stesso visiva, tattile e sonora, una sorta di traversata spirituale e riflessiva dall’evidente carattere metaforico.
PATRICK NEU
Fisicamente e concettualmente vicina all’installazione lagunare dell’artista francese si trova l’esposizione di Patrick Neu. Le sue opere funzionano come ossimori che mettono in relazione forme e texture inconciliabili, come la camicia fatta interamente con ali d’ape che, se da un lato richiama la libertà del movimento aereo, dall’altro fa riferimento allo stato di costrizione della camicia di forza dell’alienato.
KORAKRIT ARUNANONDCHAI e TIANZHUO CHEN
Dal registro intimista e riflessivo di Mougenot e Neu si passa, scendendo al piano inferiore, a quello spettacolare, spiazzante e immaginifico del tailandese Korakrit Arunanondchai e del cinese Tianzhuo Chen.
Nell’opera di Arunanondchai, intitolata Painting with history in a room filled with people with funny names, l’autobiografia dell’artista, le realtà sociali della Tailandia e i riferimenti al buddismo e all’animismo confluiscono all’interno di un’enorme installazione. Questa si articola in un “Corpo”, costituito da un gigantesco body painting che solo una visione dall’alto permetterebbe di vedere in tutta la sua interezza, e in uno “Spirito”, composto da un video che mostra il dialogo tra l’artista e Chantri, alter ego della sua coscienza.
Per la sua prima mostra fuori dalla Cina, Tianzhuo Chen trasforma invece lo spazio a sua disposizione nel luogo di culto di una nuova religione che affonda le radici tanto nell’iconografia del buddismo tibetano – di cui l’artista stesso è un adepto – quanto nei movimenti di controcultura occidentale degli ultimi trent’anni (voguing newyorchese, freak show burlesque, hip hop queer).
JESPER JUST
Nella Galleria bassa del Palais de Tokyo si trova infine l’installazione audio-visiva dell’artista newyorkese Jesper Just, che guida lo spettatore all’interno di una struttura poco illuminata e precaria, simile all’impalcatura di un cantiere sulla quale si innestano dei video, di eccezionale qualità, in cui l’artista indaga i limiti del corpo, dell’individualità e dell’autonomia personale.
Elena Cardin
Parigi // fino al 13 settembre 2015
Céleste Boursier-Mougenot – Acquaalta
a cura di Daria de Beauvais
Patrick Neu
a cura di Katell JAffrès
Korakrit Arunanondchai – Painting with history in a room filled with people with funny names
Tianzhuo Chen
a cura di Khairuddin Hori
Jesper Just – Servitudes
a cura di Katell Jaffrès
PALAIS DE TOKYO
13 avenue du Président Wilson
+33 (0)1 81973588
[email protected]
www.palaisdetokyo.com
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