Italiani in trasferta. Artista e curatore: Paolo Chiasera guida Alternatives, sezione della fiera di Istanbul. E poi una mostra ad Amsterdam, passando da Palermo
PITTURA COME SPAZIO ESPOSITIVO NOMADE. DA ARTISTA A CURATORE, IN TURCHIA Settembre caldo per Paolo Chiasera (Bologna, 1978; vive a Berlino), artista della scuderia di Francesca Minini, tra gli italiani della sua generazione più attivi a livello internazionale. Negli anni Chiasera ha sviluppato un immaginario complesso, in cui la pratica pittorica – affiancata da video, performance, installazione […]
PITTURA COME SPAZIO ESPOSITIVO NOMADE. DA ARTISTA A CURATORE, IN TURCHIA
Settembre caldo per Paolo Chiasera (Bologna, 1978; vive a Berlino), artista della scuderia di Francesca Minini, tra gli italiani della sua generazione più attivi a livello internazionale. Negli anni Chiasera ha sviluppato un immaginario complesso, in cui la pratica pittorica – affiancata da video, performance, installazione – si fa strumento di indagine concettuale, con continue implicazioni filosofiche, letterarie, sociologiche, linguistiche.
Per la prima metà del prossimo mese eccolo mettere in fila un terzetto di eventi spalmati fra diverse latitudini, dal Mediterraneo fino ai freddi lidi del Nord.
Dal 4 al 6 settembre 2015 vestirà i panni di curatore della sezione Alternatives di ARTINTERNATIONAL, la fiera di Istanbul che inaugura in contemporanea con la Biennale turca. È questa l’area in cui si concentrano iniziative indipendenti legate a istituzioni non profit. Otto gli spazi coinvolti dall’artista-curatore, per il progetto “The Hunter-Gatherer”: 5533, David Roberts Art Foundation, Masa, Vicino Oriente, Nesin Art Village, Protocinema, Spot, Torun. Sei possiedono una sede a Istanbul, due sono ospitate presso la suite del grand Hotel Londra Buyuvk. Luoghi espositivi e piattaforme di ricerca, che qui diventano anche tasselli di una strana saga tra art system e letteratura. “Alla lontana potrebbero assomigliare ai vari stadi di una favola. C’è il villaggio a Izmir, la locanda, lo spazio nomade…”, ci spiega Paolo.
Ad accogliere i visitatori in fiera sarà “I Giardini di Sardegna, Cipro e Gerusalemme”, opera già esposta al Man di Nuoro e al De Vleeshal di Middelburg (Olanda) per il progetto “Secondo Stile”: serie di ambienti espositivi portatili, come teatri nomadi, pensati per accoglire opere d’arte di altri artisti. Qui il quadro srotola un suggestivo giardino notturno, ispirato al parco della settecentesca Villa d’Orri e agli affreschi dell’augustea Villa di Livia. È questo il quartier generale allestito ad Alternatives. “Di solito i curatori usano gli spazi della fiera”, aggiunge. “Io porto con me lo spazio”.
Il pubblico potrà quindi tuffarsi in un rituale collettivo in forma di “caccia al tesoro”: si parte dal giardino dipinto, presidiato da un narratore – Francesco Gori – che introduce le istituzioni coinvolte, e lì si torna, al termine del gioco. Lo scopo è entrare in contatto con le otto realtà non profit distribuite per la città, raccogliere informazioni sulle loro attività, rispondere a dei quesiti e sperare di trovare una carta segreta, con cui assicurarsi il premio finale: un piccolo Dioniso dipinto su ottone.
DA ISTANBUL AD AMSTERDAM, PASSANDO PER PALERMO
Subito a ruota seguono altri due rendez-vous concentrati nella seconda settimana di settembre. Dalla Turchia alla Sicilia, stavolta tornando nel più tradizionale ruolo d’artista. L’occasione è l’opening della collettiva “Le stanze d’Aragona III” (12 settembre) negli spazi dell’incantevole Villino Favaloro, gioiello del Liberty palermitano riaperto per l’occasione dopo 13 anni di abbandono: la mostra, che mette insieme 36 artisti italiani di varie generazioni – da Pietro Roccasalva a Nunzio, da Maria Morganti a Giulio Frigo, da Alessandro Pessoli a Claudio Verna, da Stefano Cumia ad Antonio Catelani, da Andrea Mastrovito a Paolo Parisi – prova a fare il punto sullo stato dell’arte in questo primo scorcio di secolo. Astrazione pittorica, pittura concettuale e contaminazioni annesse sono al centro dell’indagine. Chiasera espone un dipinto legato al concetto di “exhibition paintintg”, genere pittorico di sua invenzione finalizzato alla creazione di vere e proprie ‘mostre su tela’.
Infine, il giorno seguente, un balzo in Olanda fino allo Stedelijk Museum Bureau. La mostra si intitola “Kamarado” e nasce da una collaborazione curatoriale fra Amsterdam e Mumbai: un gruppo di artisti internazionali si interroga sul significativo della parola “compagno”, con tutte le implicazioni politiche e sociali del caso. Con il video “Young Dictators’ Village” del 2004 Chiasera investiga l’identità del dittatore tipo, interpretando con un gruppo di performer le personalità radicali di leader tirannici come Mao, Hitler, Stalin.
www.artinternational-istanbul.com
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