MASILugano. Nella Svizzera italiana è tempo di LAC
Dopo oltre dieci anni di lavoro, il LAC – Lugano Arte Cultura si presenta alla città: non solo come la riunificazione di tre musei, ma come un centro per arti visive, musica, danza e teatro. Un’unione tra pubblico e privato, un’integrazione tra paesaggio e territorio. Quattro mostre e un’installazione site specific sono protagoniste dell’apertura. E questo soltanto per parlare di visual arts…
UN CENTRO D’ART A TUTTO TONDO
Il LAC non è un museo, “è un passo significativo, per la cultura del Canton Ticino, nei confronti dell’intera Svizzera e anche della Lombardia”, ha ribadito durante la conferenza stampa di inaugurazione Giovanna Masoni Brenni, vicesindaco della città di Lugano. L’edificio poligonale che principia il lungolago si presenta come un contenitore preposto alle arti visive, alla musica e alle arti sceniche, il cui intento si fonda sulla proposta di un’ampia offerta artistica che ridefinisca l’identità culturale di Lugano, crocevia, passaggio fra il nord e il sud dell’Europa.
Il MASILugano – Museo d’Arte della Svizzera Italiana accoglie in sé il Museo Cantonale d’Arte con il Museo d’Arte di Lugano, che avrà sede principale nel centro culturale LAC, oltre che a Palazzo Reali, storica sede, oggi distaccata, del Museo Cantonale d’Arte, ospitando mostre temporanee e la collezione permanente. Tra una piazza svuotata, ma aperta alla cittadinanza; una hall altisonante, una lunga caffetteria al primo piano, un giardino reclinato sul retro, un teatro inatteso, nel cuore nascosto dell’edificio, e ampie vetrate aggettanti che collegano terreni estetici a conformazioni territoriali.
Quel che maggiormente colpisce, per la cura dei dettagli e la specificità architettonica, è la nuova Sala Teatro da mille posti, interamente rivestita in legno e dotata di un’acustica modulare e rimovibile che accoglierà un ampio calendario di spettacoli performativi e concertistici. Sala che sarà la sede principale delle stagioni di LuganoInScena e di LuganoMusica, nuova denominazione di Lugano Festival, alle quali si affiancheranno le attività della Compagnia Finzi Pasca e dell’Orchestra della Svizzera italiana, nonché parte della stagione concertistica della Radiotelevisione Svizzera.
MARCO FRANCIOLLI RACCONTA IL MUSEO
Il MASILugano, dunque, sembra essere in grado di poter ospitare e reagire a nuove politiche culturali, provenienti dalla città di Lugano e dal Canton Ticino, che ha condotto all’unificazione dei due musei in una sola istituzione, costituendo un’ulteriore piattaforma per indagare nuove modalità di esposizione, fruizione e interazione della contemporaneità. L’integrazione dei due musei permette inoltre una forte valorizzazione del patrimonio artistico dei due enti pubblici e dei loro rispettivi archivi.
MASILugano inaugura con una dichiarazione di poetica attraverso quattro mostre e un’installazione site specific, rimarcando la propria identità di crocevia culturale e artistico tra due emisferi d’Europa e, allo stesso tempo, la vocazione a candidarsi quale istituzione di livello internazionale, presentando la realtà artistica svizzera di maggiore interesse e proponendo al pubblico una discreta rosa di artisti contemporanei. “La progettazione delle mostre, la loro programmazione deve adeguarsi alla realtà del patrimonio impiegato nel costituire il LAC, a livello di capitali fisici, economici e in termini di energia”, ha rimarcato Marco Franciolli, direttore del Museo d’Arte di Lugano e del Museo Cantonale d’Arte. “Questo Centro deve poter esprimere e presentare un insieme coerente di opere che filologicamente si devono porre come confine osmotico, come filtro estetico tra un Nord e un Sud”.
Questa casa dell’arte aprirà i battenti all’arte contemporanea e del Novecento, nelle diverse forme e tecniche espressive, dedicando particolare attenzione sia agli artisti giovani ed emergenti, sia a quelli già storicizzati, ai temi attuali e futuri delle arti e della società, proponendo esposizioni interdisciplinari in collaborazione con il settore del teatro e della musica. Negli spazi di Palazzo Reali, come negli anni precedenti alla costituzione dell’edificio disegnato da Gianola, verranno presentate soprattutto le collezioni e le mostre relazionate con la storia e dunque la territorialità del Canton Ticino.
L’ATTENZIONE PER IL TERRITORIO
Sulla scia di questo intento, Orizzonte Nord–Sud. Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi 1840-1960 si presenta come una mostra tematica che si introduce al pubblico con l’intenzione di suscitare interesse – tra ultimo e penultimo piano – verso i riferimenti culturali che hanno gravitato attorno al mito dell’Italia, alla proiezione di un territorio ideale, tra le antiche rovine di Piranesi e gli acquarelli di Turner, che ha ritratto i paesaggi tra Como e Lucerna. Una sorta di comparazione non regolare, un dialogo non sempre dialogico, di alcuni grandi protagonisti dell’arte degli ultimi due secoli a nord del Gottardo, tra Böcklin, de Chirico, Hodler, Wildt, Anker, Morandi, Segantini, Medardo Rosso, per arrivare, al penultimo piano, a investigare Dadaismo e Futurismo, grazie a una decina di prestiti dalla collezione italocentrica dei coniugi Olgiati, senza dimenticare Fontana, Giacometti e Paul Klee.
La mostra è stata affiancata da un itinerario a completamento, a Palazzo Reali, dal titolo In Ticino. Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840-1960, dedicata, fra gli altri, a valorizzare le sculture di Vela assieme ai dipinti di Giovanni Serodine, Pier Francesco Mola e ai progetti degli architetti Carlo Maderno, Francesco Borromini, Domenico Fontana. Un percorso la cui seconda parte analizza l’immigrazione artistica verso il Canton Ticino, attraverso la chiusura delle frontiere nel 1914, fatto storico che portò molti artisti e intellettuali a rifugiarsi in Svizzera.
IL MAESTRO E L’EMERGENTE
Il livello -2 del LAC, nella più completa oscurità, ha messo in luce i moti scultorei, digitalizzati di Anthony McCall, attraverso i suoi Solid Light Works. Come da titolo, infatti, sono stati intersecati quattro solid light work, installazioni luminose realizzate tra il 2003 e il 2013 ambientate in spazi bui, dove l’osservatore è immerso nell’oscurità, libero di muoversi e di interagire con i fasci luminosi che si ricongiungono nelle linee proiettate.
Al LAC è stata anche esposta la versione digitale di Line Describing a Cone, del 1973, come ha definito lo stesso artista in conferenza stampa, “una membrana di luce complementare al buio, palpabile, presente che si risolve in oggetti tridimensionali occupanti vuoti e superfici scultoree”.
In merito alla missione di valorizzazione di artisti emergenti, Zimoun, ha concepito per il MASILugano un wall piece, un’opera cinetica e sonora composta da 171 parallelepipedi in cartone entro i quali oscilla una pallina di cotone fissata a un’asta vibrante. Nell’atrio del secondo piano del museo, passaggio e discrimine, superficie di congiunzione fra i diversi spazi che compongono l’edificio, vengono dunque riunite alcune discipline del museo prospiciente il lungolago, tra arte visiva, design, architettura, suono e performance.
…E ALLA COLLEZIONE OLGIATI…
La quarta e ultima mostra, invece, è possibile visitarla a qualche centinaio di metri dall’imponente LAC, scendendo allo Spazio -1. Amplio livello complanare situato tra la superficie urbana e il livello ipogeo di Lugano, luogo all’interno del quale la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati prosegue la propria vocazione di collegamento tra l’istituzione pubblica e le risorse private. Diventando, con più di cento opere in deposito, un’annessione fondamentale per il polo MASILugano.
Proprio all’ingresso, il Teatro di Mnemosine di Giulio Paolini (che abbiamo intervistato qualche giorno fa) introduce lavori di Scarpitta così come di Riccardo Beretta e Danh Vo, assieme alle recenti acquisizioni neoastrattiste e neopop comprendenti lavori di Prince, Durham e Calle, con un’estesa installazione: Teatro di Mnemosine. Giulio Paolini d’après Watteau.
Ginevra Bria
Lugano // fino al 10 gennaio 2016
Orizzonte Nord-Sud. Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi 1840-1960
a cura di Marco Franciolli e Guido Comis
Lugano // fino al 31 gennaio 2016
Anthony McCall – Solid Light Works
Zimoun – 171 prepared dc-motors, cotton balls, cardboard boxes 60x20x20cm
LAC – LUGANO ARTE CULTURA
Piazza Bernardino Luini 6
+41 (0)58 8664200
[email protected]
www.masilugano.ch
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47233/orizzonte-nord-sud/
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47235/anthony-mccall-solid-light-works/
Lugano // fino al 10 gennaio 2016
Teatro di Mnemosine. Giulio Paolini d’après Watteau
a cura di Bettina Della Casa
Catalogo Edizioni Casagrande
SPAZIO -1
Riva Caccia 1
+41 (0)58 8664200 / +41 (0)91 9214632
[email protected]
www.collezioneolgiati.ch
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47234/giulio-paolini-teatro-di-mnemosine/
Lugano // fino al 28 febbraio 2016
In Ticino. Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840-1960
a cura di Marco Franciolli, Cristina Sonderegger e Cristina Brazzola
PALAZZO REALI
Via Canova 10
[email protected]
www.masilugano.ch
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47236/in-ticino/
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