Matteo Renzi alla presentazione dei 20 superdirettori dei musei. “Per la nostra comunità, la cultura è il senso. L’Italia? È tutta un grande Louvre”
“Abbiamo un’emergenza sulla ragione stessa dell’appartenenza a una comunità. Penso a quella dell’Unione Europea, i cui principi di appartenenza ultimamente sono messi in discussione, e non solo per l’immigrazione. Per la nostra comunità, la cultura è il senso. E rimetterla al centro del dibattito politico significa ritrovare i valori della nostra appartenenza”. Ecumenico e compassato, […]
“Abbiamo un’emergenza sulla ragione stessa dell’appartenenza a una comunità. Penso a quella dell’Unione Europea, i cui principi di appartenenza ultimamente sono messi in discussione, e non solo per l’immigrazione. Per la nostra comunità, la cultura è il senso. E rimetterla al centro del dibattito politico significa ritrovare i valori della nostra appartenenza”. Ecumenico e compassato, il sempre più ubiquo Matteo Renzi ha partecipato ieri con il ministro Dario Franceschini alla presentazione dei nuovi venti direttori dei principali musei italiani: inserendo un appuntamento culturale nelle sue frenetiche giornate, già divise fra Coltivatori Diretti e fronde interne al PD che si fanno sempre più agguerrite.
L’appuntamento era di quelli effettivamente da non perdere: cambia in un sol colpo una bella fetta della classe dirigente dei maggiori musei nazionali. Ribadiamo i nomi, per memoria: Anna Coliva (Galleria Borghese), Eike Schmidt (Gallerie degli Uffizi, Firenze), Cristiana Collu (Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma), Paola Marini (Gallerie dell’Accademia di Venezia), Sylvain Bellenger (Museo di Capodimonte, Napoli), James Bradburne (Pinacoteca di Brera, Milano), Mauro Felicori (Reggia di Caserta), Cecilie Hollberg (Galleria dell’Accademia di Firenze), Martina Bagnoli (Galleria Estense, Modena), Flaminia Gennari Santori (Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma), Peter Aufreiter (Galleria nazionale delle Marche, Urbino), Marco Pierini (Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia), Paola D’Agostino (Museo Nazionale del Bargello, Firenze), Paolo Giulierini ( Museo Archeologico Nazionale di Napoli), Carmelo Malacrino (Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria), Eva Degl’Innocenti (Museo Archeologico Nazionale di Taranto), Gabriel Zuchtriegel (Parco Archeologico di Paestum), Peter Assmann (Palazzo Ducale di Mantova), Serena Bertolucci (Palazzo Reale di Genova), Enrica Pagella (Polo Reale di Torino).
Poi la sua idea sulle riforme in corso al Mibact: “Oggi il museo è esperienza, ha bisogno di un’organizzazione meno rigida ma al contempo deve essere in grado di riaffermare certi valori. Questi venti professionisti hanno esperienze di grande profilo e grandissime responsabilità, su di loro sta la sfida che si possano portare per mano i musei nello spazio inquietante e affascinante del futuro”, riporta il Corriere della Sera. La Renzi-idea sui musei italiani che non competono con i big internazionali a livello di visitatori? “Una volta per tutte, diciamolo, quelle cifre non ci saranno mai. I nostri musei sono enormemente più piccoli, per esempio, del Louvre. Agli Uffizi c’è necessariamente il numero chiuso. Però l’anno scorso abbiamo avuto oltre quaranta milioni di visitatori, più dei cinque musei più grandi al mondo messi insieme. Se lavoreremo come sistema non avremo rivali”.
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