Prato Updates: “il problema italiano? Non siamo più popolo, siamo pubblico”. Achille Bonito Oliva mattatore del tavolo su cultura e politica
Era uno dei tavoli di dibattito più attesi della prima giornata del Forum, e alla fine non ha deluso i molti presenti: e non solo per le “intemperanze” di qualche spettatore, che hanno fatto sfiorare a più riprese la rissa. Separare la politica dalla cultura: un’urgenza: questo il titolo dell’incontro coordinato da Christian Caliandro, con […]
Era uno dei tavoli di dibattito più attesi della prima giornata del Forum, e alla fine non ha deluso i molti presenti: e non solo per le “intemperanze” di qualche spettatore, che hanno fatto sfiorare a più riprese la rissa. Separare la politica dalla cultura: un’urgenza: questo il titolo dell’incontro coordinato da Christian Caliandro, con i molti relatori – Achille Bonito Oliva, Cristiana Colli, Mario Cristiani, Alfredo Pirri, Giuseppe Stampone, Massimiliano Tonelli, Gian Maria Tosatti, Marco Trulli – pronti a dipanare i temi, sempre sul filo della speculazione teorica ma applicata alla realtà quotidiana. Partendo dalla percezione della sostanziale specularità tra i due sistemi nelle loro disfunzionalità, la riflessione si è concentrata sui temi cruciali di questa separazione tra i due territori.
L’apertura – per ordine alfabetico – è spettata ad ABO, che ha letteralmente incantato i presenti con il suo approccio- ne vedete un brano nel video qui sotto – in bilico fra il pragmatico e il dadaista, constatando che spesso in Italia le armi della cultura sono in parte spuntate, perchè “oggi non esiste il popolo, esiste il pubblico”. “Lo specifico politico dell’arte? È la responsabilità”, ha rammentato rivolto anche ai molti artisti presenti, lanciandosi poi in citazioni di episodi nei quali l’arte si è scontrata con la politica e la società, come nel notissimo caso di Picasso che davanti a un gerarca nazista che gli chiedeva se fosse lui l’autore di Guernica, rispose: “No, siete voi”.
Se Cristiana Colli ha declinato il suo contributo nel suo specifico campo d’azione, quello delle spazio pubblico e della costruzione di comunità, Pirri si è mostrato più battagliero, invitando il mondo dell’arte ad “insubordinarsi, non c’è tempo per aspettare che la politica proponga leggi”. Immancabile la provocazione di Gian Maria Tosatti, che ha esordito con un “Io non vi riconosco” che ha scioccato più di un astante: proponendo poi che l’inversione di tendenza nell’attuale proiezione della creazione verso la società parte dal “ricominciare a guardare le opere”. Giuseppe Stampone ha posto l’accento sull’atteggiamento positivo e propositivo che spesso manca fra gli artisti più giovani, sottolineando l’importanza del lavoro anche nei suoi aspetti concreti, di costruzione dell’opera, mentre Virginia Zanetti – presente fra il pubblico – ha invitato gli artisti e gli addetti ai lavori a “prendere posizioni decise in prima persona, perchè la rivoluzione parte dal singolo, e ad adottare atteggiamenti improntati alla correttezza sia in chiave positiva, sia nel combattere gli errori più diffusi”.
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