FestiWall, un festival di street art a Ragusa. Cinque artisti, cinque muri, una settimana di mobilitazione collettiva. Nel segno della creatività. Tutte le foto
Ultime battute per FestiWall, grande festival di street art in corso a Ragusa fra il 21 e il 27 settembre. Aria nuova e un insolito mood underground per la cittadina sicula, non esattamente una metropoli con una solida tradizione in fatto di graffiti, muralismo e controculture. Eppure, proprio qui, in questo angolo di memorie barocche […]
Ultime battute per FestiWall, grande festival di street art in corso a Ragusa fra il 21 e il 27 settembre. Aria nuova e un insolito mood underground per la cittadina sicula, non esattamente una metropoli con una solida tradizione in fatto di graffiti, muralismo e controculture. Eppure, proprio qui, in questo angolo di memorie barocche mediterranee, le associazioni Extempora e S/Oggetti Negativi – con la collaborazione e il patrocinio del Comune – hanno dato vita a una bella occasione internazionale, una festa collettiva a cielo aperto che ha subito scelto il tasto del coinvolgimento popolare, della riappropriazione di spazi anonimi o marginali, della qualità e della condivisione.
Dopo una serie di laboratori – come quello di poster art, tenuto dallo street artist Poki, o quello di serigrafia, organizzato dal Tmo-Teatro Mediterraneo Occupato – un paio di concerti – Colle der Fomento e Soulcé & Teddy Nuovolari – una mostra (“Urban: Dream & Reality”) e un contest on line, rivolto alla community degli Instagramers ragusani, si giungerà all’appuntamento finale di domenica, con un pic nic urbano in piazza San Giovanni, cui prenderanno parte cittadini, artisti, membri della Giunta comunale, giuristi e docenti, per discutere dell’utilizzo degli spazi pubblici.
Primi protagonisti dell’evento, naturalmente, i muri. Quelli sotto la Biblioteca Comunale, sotto la Protezione civile o davanti a tre condomini di via Ariosto, via Ercolano e via Archimede. Ormai quasi totalmente completati, i cinque murales sono la testimonianza monumentale di una prima, felice esperienza partecipata, giocata a 15 metri d’altezza, sotto lo sguardo stupito della città.
Dalle rigorose geometrie cromatiche di Moneyless, per una percezione urbana differente, vertiginosa, agli stupefacenti set in bianco e nero di Millo, scene di vita metropolitana inzuppate di candore ed accenti surreali; dal realismo magico di Natalia Rak, che ha dipinto un romantico scorcio d’infanzia, a cavallo di uno spicchio di luna rosa, al sorprendente doppio ritratto di Pixel Pancho, fra pittura di genere, memorie di fiaba e atmosfere rurali, in una chiave dolcemente aliena; e infine Daniel Eime, con un maxi volto essenziale, scolpito da tenui chiaroscuri: neri su bianchi in dissolvenza, tra cornici di alberi e balconi.
E non sono mancati anche alcuni “regali” estemporanei, improvvisati da artisti amici nei giorni del cantiere, come il fascinoso teatro delle ombre dipinto da Giovanni Robustelli.
Ecco una carrellata di immagini da questo viaggio ragusano, dal backstage fino ai muri completi.
– Helga Marsala
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