Padova. Felice Casorati e la meglio gioventù
Musei Civici agli Eremitani, Padova – fino al 10 gennaio 2016. Accanto alle tele più conosciute, i piccoli capolavori degli anni giovanili. Uno spaccato storico degli influssi e dei mutamenti che testimoniano l'ampiezza del discorso artistico di Felice Casorati.
UN CASORATI CHE NON TI ASPETTI
Gli anni giovanili di Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) in una Padova culturalmente vivace sono gli anni in cui abbraccia la pittura in maniera entusiastica, accanto agli studi di giurisprudenza; sono gli anni dei primi passi nello studio di Giovanni Vianello, famoso artista a livello nazionale.
Tentativi d’indagine per arrivare più tardi a un pensiero artistico proprio e autonomo. Anni che l’artista ha voluto raccontare poco, depistando spesso la critica; anni tutti da scoprire e che testimoniano un’indole vorace verso la pittura e la sperimentazione, che si dipanò tra il simbolismo e la naturalità delle forme. Un percorso che infine lo portò a una concezione solitaria della pittura e verso quella libertà espressiva in accordo solo al proprio sentire poetico, talmente indipendente da causare anche numerose critiche.
LA PITTURA COME IMPEGNO ETICO
Due piccoli inediti a olio, il Ritratto di Tersilla Villata Guadagnini e il Paesaggio (Rocca di Papa) del 1907, raccontano della pratica pittorica prima dell’incontro con il suo maestro, rappresentato in mostra con sedici opere.
Il celebre Ritratto della sorella Elvira, che gli valse a soli ventiquattro anni l’ammissione alla Biennale di Venezia, fa pensare a un Casorati ricco di citazioni diverse, dalla pittura del Rinascimento a Boldini e Sargent. Così da suggerire che il periodo giovanile sia un passaggio teso alla rivendicazione di un pensiero artistico visto come un impegno morale, alla ricerca di una coerenza culturale.
L’AMBIENTE PATAVINO E LA PREFIGURAZIONE DEI TEMI MATURI
A impreziosire la mostra, testimonianze e collegamenti con gli artisti amici e contemporanei come Mario Cavaglieri e Ugo Valeri, nonché Antonio Grinzato, Giuliano Tommasi, Cesare Laurenti. E anche Umberto Boccioni, che visse a Padova per cinque anni.
Le frequentazioni dell’ambiente veneziano, con gli artisti di Ca’ Pesaro, sono testimoniate da un gruppo di piccole incisioni, disegni e grafiche che enunciano un linguaggio lineare e simbolista, e che ricordano come a quei tempi le Biennali aprissero ad artisti internazionali come Jan Toorp, Franz Von Stuck e Gustav Klimt. Un’Art Nouveau con una nuova idea finalmente liberata dal tradizionalismo ottocentesco, in connubio con l’arte applicata, come in Vittorio Zecchin, che affranca e rende possibile un cambiamento stilistico.
Ed ecco che compaiono il segno, il melanconico e il misterioso in un percorso dialettico tra funzione e ornamento, e compaiono alcuni temi cari a Casorati come la donna e la sua nuda rappresentazione. Infine, la semplicità del racconto nei paesaggi onirici che troveremo più tardi negli oggetti e nell’intimismo del suo studio, tra l’architettura della composizione e sintesi.
Antonella Potente
Padova // fino al 10 gennaio 2016
Il giovane Casorati. Padova, Napoli e Verona
a cura di Virginia Baradel e Davide Banzato
MUSEI CIVICI AGLI EREMITANI
Piazza Eremitani 8
049 8204551
[email protected]
http://padovacultura.padovanet.it/it/musei/complesso-eremitani
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47632/il-giovane-casorati-padova-napoli-e-verona/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati