Distrart. La Street Art sullo Stretto
Distrart: arte di strada, distretto urbano, arte sullo Stretto. Sono le possibili declinazioni dell’evento che dal mese di agosto ha investito le coste di una delle città portuali più belle della nostra penisola: Messina.
TORNARE A GUARDARE IL MARE
Messina, la città leggendaria, che accoglie geograficamente, storicamente e fisicamente il visitatore in arrivo in Sicilia, è divenuta la protagonista di Distrart, manifestazione artistica portata avanti nell’ambito del progetto Ottoeventi che ha già realizzato in città importanti manifestazioni culturali tese alla riqualificazione del territorio.
Distrart è un progetto con molte e bellissime ambizioni, tutte egregiamente portate a compimento: l’idea centrale in questo caso è un riavvicinamento simbolico della città all’elemento che in assoluto ne ha caratterizzato, ieri come oggi, la nascita e la storia: il mare.
Nel corso della sua evoluzione urbanistica, avvenuta in modo spesso scellerato dopo il terremoto del 1908 che distrusse l’intero territorio, la città è stata sempre di più allontanata dalla costa. Molteplici infatti sono oggi gli impedimenti architettonici che oscurano la visione e la fruizione cittadina delle acque dello Stretto: la linea ferroviaria, le cancellate della banchina del porto, la fiera campionaria, gli approdi delle navi che collegano la Sicilia alla Calabria e, non ultimo, la linea tramviaria che taglia trasversalmente il centro cittadino.
Ed è proprio da questa rinnovata esigenza di contatto con il proprio ambiente primigenio che si è sviluppata in maniera alquanto articolata e innovativa la ricerca della tematica principale di Distrart, che ha puntato la sua attenzione sui temi legati alla memoria collettiva del territorio, prendendo dunque in considerazione miti, leggende e tradizioni, nonché tutte quelle peculiarità storico-artistiche, geografiche e religiose che ne hanno sempre caratterizzato l’aspetto e la vita fino ai giorni nostri.
ARTE IN PENSILINA
La prima fase del progetto ha visto al lavoro per le strade della città un folto gruppo di artisti provenienti da Messina e provincia, i quali hanno partecipato alla decorazione delle pensiline delle fermate del tram. Diciotto fermate (per un totale di 53 pensiline) sono adesso il supporto lungo il quale le opere rappresentate narrano la storia della città, quasi a simboleggiare un cartiglio che si srotola lungo le sue strade.
A lavori conclusi si possono oggi osservare opere come quella realizzata dalla giovane artista messinese Manuela Caruso, in arte MaCa, che ha elaborato un’intensa ed emozionante rilettura del mito dei giganti locali, Mata e Grifone, trasponendoli in una condizione temporale estremamente attuale dove la nobildonna siciliana accoglie a cuore aperto lo straniero proveniente da paesi lontani. Ma le tematiche e le riletture operate dagli artisti sono tante: dal mito di Colapesce (Maria Rando) a quello di Scilla e Cariddi e di Arione (rispettivamente di Stellario Di Blasi e Roberto Miroddi), dalle grandi questioni storiche legate alla commistione storico-culturale che dal Medioevo in poi ha caratterizzato i rapporti tra arabi, cristiani ed ebrei (Daniele Morganti in arte Tofi) alla rilettura del fenomeno dell’immigrazione che accomuna il nostro passato al presente di tante popolazioni oggi in difficoltà (Daniele Battaglia).
Non mancano ovviamente i richiami alla tradizione letteraria e artistica locale, tra cui spiccano i doverosi riferimenti ad Antonello da Messina (Tofi) o ai grandi capolavori della letteratura locale (Nicolò Amato col suo splendido riferimento al testo Horcynus Orca capolavoro di Stefano D’Arrigo) e della poesia popolare (Valeria Cariglia che rende omaggio a Maria Costa).
STREET ART IN ZONA PORTUALE
Il progetto però non si è fermato alla sola rivalutazione urbana di quella che si può definire la “spina centrale” che attraversa la città, ma ha concentrato larga parte delle sue forze all’interno di un vero e proprio “distretto di arte urbana” caratterizzato non solo da precedenti e importantissimi interventi di street artist di fama internazionale, quali Blu ed Emajons, ma che rappresenta oggi uno dei principali snodi cittadini e di collegamento tra la terra e il mare. Il progetto si è infatti concentrato sull’intera zona che si affaccia sulla zona portuale, attraverso l’intervento di sei importanti artisti nazionali ed internazionali che hanno realizzato le loro opere rispettivamente sulle pareti degli ex-granai vicino alla stazione centrale e lungo le pareti della cortina del porto degli ex-magazzini generali.
Ed è così che è possibile notare l’opera dello street artist varesino Seacreative che, come simbolo del lavoro e della fatica di chi dal mare ha tratto e trae ogni giorno il sostentamento e la vita, ha realizzato un gigantesco marinaio da lui ribattezzato Lillo. E ancora Luca Zamoc che torna al mito e, riprendendo quello di Giasone e degli Argonauti che con le loro navi attraversarono lo stretto per raggiungere la Colchide, offre uno spunto di riflessione sulla volontà e determinazione che la città ha di rinascere attraverso il suo elemento vitale: il mare.
Mare che ospita affascinanti creature marine reali e fantasiose, partorite nei secoli dal mito e dalla fantasia umana, ma che è anche triste teatro di un vero e proprio massacro perpetrato sotto gli occhi dell’intera comunità mondiale. Questo lo spunto principale del lavoro dell’artista valenciana Julieta_Xlf, che ha realizzato per la città una coloratissima opera dal titolo Mediterranea, raffigurante una grande Sirena incorniciata da suggestive e tradizionali maioliche siciliane cromaticamente e stilisticamente affini alla sua ricerca artistica. Cromie e suggestioni fantastiche spezzate dall’inserimento di poche lacrime rosse che scorrono lungo il viso di questa creatura, a simboleggiare quanto sangue ogni giorno è disperso nelle profondità degli abissi.
Una riflessione sullo stesso tema viene trattata da NemO’s, che ha voluto dedicare la sua opera alla tragica fine fatta dall’atleta somala Saamiya Yusuf Omar, annegata mentre fuggiva dal proprio Paese, e a tutte le vittime del mare. L’artista ha realizzato delle grandi figure di umanoidi, tipiche della sua cifra stilistica, che sono letteralmente “appese” ad asciugare come corpi inerti e privi di vita, considerati dalle istituzioni solo come ulteriori numeri da aggiungere alla lista nera degli annegati.
L’ARTE COME FARO
L’ultima grande opera che, forse più di tutte, raccoglie in sé il valore e il significato di rinascita dell’intero progetto, è rappresentato dalla commistione tra mondo fantastico, ambiente marino, architettura urbana e simboli della città che sono stati magistralmente raccolti insieme in una sola opera realizzata dagli artisti Anc e Poki, i quali hanno rappresentato la città e il suo simbolo, il faro, arroccati sull’estremità finale di un grande paguro cavalcato da un marinaio.
È così che si conclude Distrart. Con l’invito a chiunque attraversi lo Stretto a fermarsi in questa città e ad attraversarla per leggere la sua storia e ammirare la sua bellezza.
Angelica Gimbo
www.ottoeventi.it/portfolio/streetart/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati