Arte contemporanea nella metropolitana di Brescia. Parte con Rä di Martino e una bella suggestione cinematografica il progetto SubBrixia: cinque artisti, per cinque stazioni
A Roma lo hanno fatto coi giovani e la Street Art, a Napoli – molto tempo prima, già con Bassolino – scelsero i grandi nomi dell’arte contemporanea, con mega installazioni ambientali diventate famose nel mondo. Adesso anche Brescia si accosta a questa felice tradizione: trasformare le stazioni della metro in musei sotterranei. È così che […]
A Roma lo hanno fatto coi giovani e la Street Art, a Napoli – molto tempo prima, già con Bassolino – scelsero i grandi nomi dell’arte contemporanea, con mega installazioni ambientali diventate famose nel mondo. Adesso anche Brescia si accosta a questa felice tradizione: trasformare le stazioni della metro in musei sotterranei. È così che nasce SubBrixia, progetto ideato e prodotto da Brescia Musei e Brescia Mobilità, in collaborazione con il Comune, che vede alcuni protagonisti della scena artistica italiana interagire con la rete metropolitana cittadina, inaugurata nel 2013. Tutte opere rigorosamente site specific.
A curare il progetto è NERO, mentre gli artisti coinvolti sono Rä di Martino, Marcello Maloberti, Francesco Fonassi, Patrick Tuttofuoco ed Elisabetta Benassi. Cinque stazioni, che a partire dal 29 ottobre e con cadenza mensile troveranno un altro volto e nuove storie, così che i grigi tunnel della subway bresciana si trasformino in segmenti di un’unica mostra diffusa, permanente, sempre accessibile.
Si inizia con Rä di Martino, alla Fermata Marconi. Il progetto si ispira alla pellicola cult “The Swimmer” (1968), diretta da Frank Perry e interpretata da Burt Lancaster, tratta da un racconto di John Cheever: una metafora della caduta del sogno americano, incarnata dall’assurda, drammatica vicenda di un uomo che, a piedi e in costume da bagno, decide di lasciare la villa degli amici per raggiungere la propria, passando attraverso le piscine dei ricchi vicini del quartiere. Solo apparentemente benestante, l’uomo si rivelerà pieno di debiti e di frustrazioni, fino all’arrivo all’agognata dimora, che troverà chiusa e in stato di degrado.
Di Martino immagina il manifesto di un film mai realizzato, sorta di remake del lungometraggio di Perry, con tanto di protagonista ufficiale (il bravo Filippo Timi, già coinvolto nell’ottimo short film The Sow Mas Go On). Sarà dunque questa operazione concettuale, sospesa fra critica sociale, metalinguaggio, realismo e immaginazione, a caratterizzare questa stazione della metro, nell’attesa che anche le fermate Stazione, Ospedale, San Faustino e Vittoria trovino il loro nuovo e definitivo assetto.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati