Piazza Duomo. Vista da Ballo Charmet, Basilico e Belpoliti
Museo del Novecento, Milano - fino al 26 febbraio 2016. La mostra “milanopiazzaduomo” indaga la natura multiforme di questa piazza attraverso le visioni complementari di Gabriele Basilico e Marina Ballo Charmet. Con lo zampino di Marco Belpoliti.
IL DUOMO AL CENTRO
Simbolo e orgoglio di Milano, il Duomo ha guidato in passato lo sviluppo economico e culturale della città, plasmandone, a partire dal 1387, il tessuto urbano. Lo stesso Naviglio Grande, l’altro simbolo di Milano, è stato progettato per trasportare più rapidamente il marmo di Candoglia della Val d’Ossola direttamente alle pendici del Duomo.
È abbastanza normale, quindi, che questo luogo, questo edificio, sia stato oggetto di riflessione per due artisti quali Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013) e Marina Ballo Charmet (Milano, 1952), entrambi nati nel capoluogo lombardo e indissolubilmente legati a esso. Altrettanto normale è la scelta dell’Arengario, sede del Museo del Novecento, che sulla piazza del Duomo affaccia, come luogo espositivo.
DUE PROSPETTIVE COMPLEMENTARI
La sala che ospita la mostra precede quella dedicata a Lucio Fontana e comprende alcune serie fotografiche più due video di Marina Ballo Charmet e sei fotografie di Gabriele Basilico, nate da un’idea comune nel 2010. La chiave di lettura della mostra è quella dello sguardo complementare, dell’unione di due differenti concezioni della fotografia. Da una parte la visione dall’alto, magniloquente, geometricamente complessa, di Basilico, dall’altra Ballo Charmet, che sceglie la visione dal basso, privilegiando la ripresa del dettaglio periferico e inedito.
In effetti, le fotografie di Basilico prediligono una distanza geometrica che conduce lo sguardo dello spettatore verso l’alto, attraverso linee di forza che creano spazi, ma soprattutto vuoti. Una vertiginosa architettura della fotografia, in cui la presenza delle persone, ombre minuscole, è necessaria come contrappunto alla grandiosità del monumento.
Le fotografie proposte da Ballo Charmet inquadrano invece in primo luogo la pavimentazione della piazza, ciò che regge il nostro movimento deambulatorio, ma che non guardiamo quasi mai. Nelle sue immagini il Duomo emerge dal basso, quasi come fosse una presenza spettrale vicina e non del tutto visibile. È lo sguardo stesso il vero soggetto di queste fotografie, uno sguardo terreno e soggettivo.
PECCATO PER LO SPAZIO INFELICE
L’uomo associato al cielo, al Sole, che dall’alto alimenta la vita, e la Madre Terra, sempre intesa in senso femminile, la quale nutre tutti i suoi figli, sono tra i simboli più atavici della civiltà umana. Cielo e terra come parti integranti e costituenti della vita, complementari come la visione dall’alto di Gabriele Basilico e quella dal basso di Marina Ballo Charmet.
Una mostra sul simbolo di Milano, che dialoga direttamente con il luogo che la stessa mostra omaggia, piazza del Duomo immortalata da due dei fotografi più rappresentativi della città. Una mostra che purtroppo passa un po’ inosservata, allestita in un uno spazio di transizione, dove la prima cosa che risalta all’occhio sono le scale mobili per “ascendere” al grande neon di Lucio Fontana al piano superiore. Una mostra che avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere più ambiziosa.
Mattia Andres Lombardo
Milano // fino al 26 febbraio 2016
Marina Ballo Charmet & Gabriele Basilico – milanopiazzaduomo
a cura di Danka Giacon e Marco Belpoliti
Catalogo Contrasto
MUSEO DEL NOVECENTO
Via Marconi 1
02 88444061
[email protected]
www.museodelnovecento.org
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