Falsi i Sette peccati capitali di Bosch esposti al Prado? La notizia bomba parte dall’Olanda, ma da Madrid replicano: non hanno neanche analizzato l’opera dal vero
La notizia viene dall’Olanda, ma ha animato la tranquilla domenica dei lettori delle pagine culturali del quotidiano El País, in Spagna. C’è qualcuno che mette in dubbio l’autenticità di due opere di Hierenymus van Aken, il maestro del Rinascimento olandese che in vita ebbe tantissima fortuna soprattutto tra gli spagnoli, che non a caso lo […]
La notizia viene dall’Olanda, ma ha animato la tranquilla domenica dei lettori delle pagine culturali del quotidiano El País, in Spagna. C’è qualcuno che mette in dubbio l’autenticità di due opere di Hierenymus van Aken, il maestro del Rinascimento olandese che in vita ebbe tantissima fortuna soprattutto tra gli spagnoli, che non a caso lo battezzarono El Bosco dal nome della città natale Hertogenbosch, in olandese anche Bosch. Le due opere in questione sono Cristo porta croce, del Museo di Belle Arti di Gand, e la tavola dei Sette peccati capitali, quest’ultimo acquistato da Felipe II per l’Escorial e appartenente alle collezioni reali di Patrimonio Nacional, ma dal ‘39 in deposito al Museo del Prado. A sollevare i dubbi sull’autenticità dei due capolavori è il Progetto di Investigazione d’Olanda, ossia un’equipe internazionale di storici dell’arte che da sei anni sta studiando l’opera omnia di Bosch per conto della fondazione incaricata di gestire le manifestazioni del quinto centenario della morte del pittore (1450-1516). Matthijs Ilsmik, coordinatore del progetto, dubita che le due tavole di Gant e Madrid siano originali, e sostiene che risentono della mano di un collaboratore o allievo di bottega di Bosch.
“HANNO FATTO UN SALTO NEL BUIO”
Nel contempo, gli stessi studiosi olandesi hanno presentato alla stampa una loro primizia: l’attribuzione certa di un disegno di Bosch, Paesaggio infernale, proveniente da una collezione privata anonima e finora creduto opera di un allievo o di un emulo del pittore per la smaccata somiglianza dei soggetti mostruosi e diabolici con “Il giardino delle delizie” o le “Tentazioni di Sant’Antonio”. Da Madrid, i conservatori del Prado, capitanati da Pilar Silva, smentiscono la notizia e spiegano che sono ancora in corso accurati studi ed analisi scientifiche dettagliate sull’opera, i cui risultati verranno presentati proprio in occasione della mostra dedicata al Bosco in primavera. Gli olandesi, del resto, dicono che non sono mai stati autorizzati a studiare a fondo l’opera custodita al Prado. “È assai raro – spiega Pilar Serra all’agenzia di stampa Efe – che il Prado lasci esaminare a fondo le sue opere, vista l’equipe di affidabili studiosi che vi lavora. In questo caso, e in maniera del tutto eccezionale, si è permesso agli investigatori del progetto olandese studiare l’Adorazione dei Magi, La pietra della Pazzia e Il carro del fieno, mentre non hanno mai studiato direttamente La tavola dei peccati capitali: dal museo abbiamo solo concesso parte del materiale tecnico in nostro possesso”. La curatrice si stupisce che gli olandesi siano arrivati a tali conclusioni “senza esserne certi”. “Hanno fatto un salto nel buio, si tratta di un’opera abbastanza certa e originale nel soggetto: così come viene affrontato, non credo possa essere d’altri se non del Bosco”.
– Federica Lonati
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati