Italiani in trasferta. Giovane, internazionale, talentuoso, 2501 continua a seminare la sua pittura fra i muri di mezzo mondo. Nuovi interventi a Los Angeles
UN ITALIANO A LOS ANGELES. STREET ART A DOWNTONW Street art, arte urbana, arte pubblica. Definizioni molteplici, per un’unica cosa che conta: il talento, l’intenzione. Tra progetti con una vocazione sociale e culturale vera, e artisti che conducano ricerche di valore. Street art in Italia ce n’é tanta, troppa, con qualità spesso mediocre. E poi […]
UN ITALIANO A LOS ANGELES. STREET ART A DOWNTONW
Street art, arte urbana, arte pubblica. Definizioni molteplici, per un’unica cosa che conta: il talento, l’intenzione. Tra progetti con una vocazione sociale e culturale vera, e artisti che conducano ricerche di valore. Street art in Italia ce n’é tanta, troppa, con qualità spesso mediocre. E poi ci sono alcuni fuoriclasse, non a caso lanciatissimi sulla scena internazionale. Uno di questi è Jacopo “2501” Ceccarelli. Viaggiatore instancabile, a suo agio con i grandi muri esterni, altrettanto incisivo (cosa non scontata) quando si tratta di piccoli lavori in galleria, 2501 ha affinato uno stile personale, raggiungendo un livello pittorico notevole. Numerose le esperienze all’estero, fra Stati Uniti, Brasile, Europa. L’ultimo progetto impegnativo lo ha visto in azione, nuovamente, a Los Angeles, downtown.
Due muri, distanti cinque minuti a piedi l’uno dall’altro, collegati idealmente dalla scelta del soggetto e della struttura geometrica: una lunga scrittura di cerchi scandisce lo spazio, correndo tra le due location, mentre la pittura riempie le forme circolari e reinventa un frammento d’isolato.
DAL BIG BANG ALLA TRINITÀ. NUOVE STORIE ED ASTRAZIONI PER 2501
Il primo lavoro – The Metamorphosis – è in un uno dei pochi spazi pedonali del centro, per uno dei pochi muri che i passanti osservano da vicino e non dal finestrino di un’automobile: esplorando il tema antico delle metamorfosi, l’opera analizza, attraverso varie stazioni, la genesi della vita, col big bang e le microparticelle di materia, il movimento e lo spazio, l’evoluzione dell’uomo e il suo rapporto con la natura, e dunque le piante, gli insetti, l’ossigeno, il mare, i mammiferi. Il tutto ripensato in una chiave stilizzata ed iper sintetica.
L’altro lavoro – The Trinity – sceglie un’astrazione radicale, con tre grandi cerchi solcati da striature nere e un nucleo bianco al centro. L’ispirazione arriva, banalmente, dalla vicina scritta luminosa ‘Jesus Save’. Così, dalla suggestione pop-religiosa all’interpretazione urbana il passo è breve. La trinità diventa quella di San Francisco, Los Angeles e New York, teatri del sogno americano qui affidati a tre “ritratti” simbolici.
Per 2501, come sempre, rigore formale, tavolozza cromatica ridottissima – bianco, nero, oro – e un’idea di superficie come spazio definito da solchi, striature grafiche, intagli fluidi, ripetizioni ritmiche infinitamente uguali e diverse. Trovando nella monumentalità su strada l’opportunità di alterare skyline ed epidermide di un tessuto metropolitano reattivo, in costante metamorfosi.
– Helga Marsala
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