Olivetti lancia una nuova stampante 3D a New York. Una mostra celebra lo storico brand, simbolo del made in Italy. Puntando al futuro
Olivetti, storico simbolo di innovazione italiana, sul piano della tecnologia, della comunicazione, della gestione del lavoro e del sociale, viene oggi celebrata a New York, con una mostra presso l’Istituto Italiano di Cultura. “Make in Italy – The Exhibition”, dal 13 al 25 novembre, rende omaggio alla grande azienda di Ivrea che progettò nei primi […]
Olivetti, storico simbolo di innovazione italiana, sul piano della tecnologia, della comunicazione, della gestione del lavoro e del sociale, viene oggi celebrata a New York, con una mostra presso l’Istituto Italiano di Cultura. “Make in Italy – The Exhibition”, dal 13 al 25 novembre, rende omaggio alla grande azienda di Ivrea che progettò nei primi anni Sessanta il P101, primo personal computer al mondo, ideato da Pier Giorgio Perotto.
E lo farà non solo in chiave storica, ma anche restando nella piena attualità. Per l’occasione sarà infatti presentata la nuova stampante 3D-S2, che segna il passaggio di Olivetti alla rivoluzione del “digital manufacturing”, sposando la filosofia del 2.0, ovvero: condivisione e collaborazione come costanti dell’orizzonte tecnologico.
Una stampante rivolta alle piccole e medie imprese, in cerca di strumenti agili, rapidi ed economici, con cui creare prototipi e nuovi prodotti. Interamente realizzata in Italia, nel Canavese, la stampante 3D Olivetti di ultima generazione si avvale delle potenzialità della scheda Arduino, la piattaforma di hardware e software open source nata proprio a Ivrea, che ha rivoluzionato il mondo della manifattura hi-tech. Il made in Italy che funziona e che ancora spinge si racconta Oltreoceano, mentre prova a competere con i grandi mercati e i colossi internazionali, conservando le caratteristiche di una storia eccellente: artigianalità superiore, cultura della micro impresa, inventiva, qualità dei materiali, produzione locale. L’economia italiana riparte essenzialmente da qua.
– Helga Marsala
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