Il Cristo di Piero della Francesca risorge una seconda volta. Primi esiti del restauro dell’affresco di San Sepolcro: la Resurrezione ripulita da residui di interventi precedenti
Dal Museo Civico di San Sepolcro arrivano i primi risultati delle operazioni di conservazione e restauro della Resurrezione di Piero della Francesca, a pochi mesi dall’inizio dei lavori condotti da Paola Ilaria Mariotti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e da Umberto Senserini della Soprintendenza di Arezzo, su iniziativa dell’amministrazione comunale di Sansepolcro e del museo cittadino. Dopo una campagna diagnostica condotta tra […]
Dal Museo Civico di San Sepolcro arrivano i primi risultati delle operazioni di conservazione e restauro della Resurrezione di Piero della Francesca, a pochi mesi dall’inizio dei lavori condotti da Paola Ilaria Mariotti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e da Umberto Senserini della Soprintendenza di Arezzo, su iniziativa dell’amministrazione comunale di Sansepolcro e del museo cittadino.
Dopo una campagna diagnostica condotta tra il 2008 e il 2010 e una serie di indagini preliminari, sono stati eseguiti i primi interventi di pulitura per riportare alle origini il monumentale affresco a cui Piero della Francesca lavorò tra il 1450 e il 1463; per ridare luce alla sua pittura umanista, intellettuale e rigorosa; per riportare l’attenzione sulla geometria dell’impianto prospettico, saldo e bilanciato; sugli accordi coloristici, esatti e raffinati; sulla plasticità maestosa e ieratica della figura centrale del Cristo; ma anche su alcuni particolari che si erano perduti col tempo, come i piccoli borghi, le torri e i castelli che sorgono nelle colline sullo sfondo, sinora osservabili solo in fotografia all’infrarosso.
I PRIMI STEP DEL RESTAURO
In questa prima fase, sono stati studiati e asportati gli accumuli superficiali, utilizzando metodi di pulitura mirati e solventi testati in base alla loro specifica idoneità chimico-fisica su micro-aree di prova e poi estesi all’intera campitura cromatica, per evitare di danneggiare l’originale intonaco dipinto. Ci si è preoccupati di intervenire sui fissativi impiegati in restauri precedenti, che, a lungo andare, hanno subito trasformazioni chimiche, causando alterazioni cromatiche o, in alcuni casi, il sollevamento e addirittura il distacco dello strato pittorico. Alle operazioni di restauro sono state affiancate ricerche di archivio, per ricostruire la storia conservativa dell’opera e studiare le tipologie di intervento migliori.
Come spesso capita, la campagna è diventata anche un’occasione per approfondire la conoscenza del dipinto: è emerso così che l’affresco è stato realizzato tramite 18 “giornate”, cioè 18 stesure di intonaco, che potrebbero essere state eseguite in vari giorni e riprese anche successivamente per apportare finiture; e che la cornice perimetrale dell’opera, integrata perché fortemente lacunosa, è stata completata in almeno quattro riprese. I restauri continueranno, ma l’affresco, collocato sulla parete di fondo di una sala di quello che era il palazzo del governo cittadino – oggi sede del Museo Civico di Sansepolcro – sarà comunque accessibile a chi vorrà, grazie ad un ponteggio appositamente progettato per seguire i lavori in progress.
– Marta Pettinau
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