Piss Christ di Andres Serrano non sarà al Photolux Festival 2015. Vince la censura. Il direttore cede dinanzi alle polemiche di cattolici e leghisti
L’opera risale al 1987. Trent’anni fa Andres Serrano, tra gli artisti viventi più quotati, immergeva un piccolo crocifisso in un bicchiere pieno della sua pipì. Poi immortalava l’immagine in tutta la sua bellezza pittorica, con uno scatto teatrale ed ambiguo. La vera natura dell’oggetto era tradita solo dall’inequivocabile titolo: Piss Christ. Un esperimento irriverente, condotto lungo […]
L’opera risale al 1987. Trent’anni fa Andres Serrano, tra gli artisti viventi più quotati, immergeva un piccolo crocifisso in un bicchiere pieno della sua pipì. Poi immortalava l’immagine in tutta la sua bellezza pittorica, con uno scatto teatrale ed ambiguo. La vera natura dell’oggetto era tradita solo dall’inequivocabile titolo: Piss Christ. Un esperimento irriverente, condotto lungo la linea che collega il sacro al profano, esplorando materia più cruda dell’esistenza: liquidi corporei, carnalità, consunzione e celebrazione vitale, la morte e le icone dello spirito, la vittoria del perturbante e la rottura dei codici borghesi.
Piss Christ – che nel Nel 1989 vinse l’Awards in the Visual Arts del Southeastern Center for Contemporary Art – è tra le opere più contestate degli ultimi decenni, stigmatizzata da molti come blasfema, persino vandalizzata nel 2011 ad Avignone da un gruppo di cattolici integralisti.
DALLA LEGA A FRATELLI D’IALIA. CATTOLICI E CONSERVATORI CONTRO SERRANO
E le polemiche non si placano ancora oggi. Stavolta è l’Italia che immerge l’opera di Serrano in un mare di accuse al vetriolo. Piss Christ doveva essere esposta al prossimo Photolux Festival, atteso a Lucca dal 21 novembre e dedicato al tema “Sacro e Profano”. Immediata la reazione di alcuni consiglieri regionali della Lega Nord, pronti a strumentalizzare la vicenda per fini politici, as asual: “È inammissibile”, hanno spiegato in una nota Manuel Vescovi ed Elisa Montemagni, “che si sostengano iniziative di questo genere, dove vengono esposte opere che offendono pesantemente il cristianesimo. Un’opera che umilia Cristo e rende omaggio all’Islam“. Come se fosse necessario, per un artista, stare dal lato dei Cristiani. E come se c’entrasse qualcosa la questione islamica. Ma le ragioni della propaganda razzista e del conservatorismo cattolico, condito da un’antica passione per la censura, restano forti: i voti si intercettano anche così.
A rincarare la dose Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, scagliatasi contro il Pd e contraria al patrocinio di Regione e Ministero dei Beni Culturali: “È la stessa sinistra che reputa offensivi il presepe, i crocifissi nelle scuole, i simboli cristiani perché urtano la sensibilità degli immigrati“. Retorica populista, senza logica né stile, confondendo la questione della laicità della scuola con quella della libertà d’espressione.
FINALE CON AUTOCENSURA. LA DECISIONE DEL DIRETTORE DEL FESTVAL
Nel mentre fioccavano le manifestazioni di dissenso da parte di associazioni cattoliche varie. Tanto che il direttore del festival, Enrico Stefanelli, con una lunga lettera ha infine comunicato la sua decisione: l’opera di Serrano non approderà a Lucca. Rimossa, come nella peggiore tradizione censoria. Un modo, spiega lui, per salvaguardare una rassegna internazionale, ricca di spunti culturali, ingiustamente travolta da un mega polverone per colpa di una “fotografia che, al di là del suo valore storico, nulla potrebbe aggiungere alla ricchezza di questa edizione. Il Festival non lo merita. Lucca non lo merita“.
“Per questo”, ha aggiunto Stefanelli, “e cosciente del fatto che questa fotografia va a toccare in maniera così forte la sensibilità di moltissime persone e di tanti cristiani che hanno manifestato il loro dissenso e ai quali vanno tutte le mie scuse, ho deciso che “Piss Christ” non farà parte di questa edizione del festival”.
Con tanto di scuse e con il capo chino, dinanzi all’arroganza di certe forze di destra e di alcuni gruppi religiosi, Photolux si autocensura e perde una scommessa importante. Quella dell’indipendenza e della forza dirompente dell’arte. Distinguere tra una trovata dilettantesca e lo spessore di una ricerca autoriale, svincolata da moralismi ed accademismi, sarebbe compito della critica. Non certo di qualche esponente politico, in cerca di facile consenso popolare.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati