Tutto il meglio del 2015 nel mondo dell’arte. Personaggi, artisti, curatori, musei, gallerie, politici: il best of secondo la redazione di Artribune e un gruppo di opinion makers
Non più solo la redazione di Artribune: alla continua ricerca di darvi notizie, impulsi, segnali il più possibile obbiettivi, quest’anno il Best of dell’anno appena concluso lo stiliamo allargando le “consultazioni” ad un selezionato gruppo di giornalisti, critici, curatori esterni alla nostra redazione. Ecco cosa ne è uscito: ovviamente, attendiamo con ansia le vostre critiche […]
Non più solo la redazione di Artribune: alla continua ricerca di darvi notizie, impulsi, segnali il più possibile obbiettivi, quest’anno il Best of dell’anno appena concluso lo stiliamo allargando le “consultazioni” ad un selezionato gruppo di giornalisti, critici, curatori esterni alla nostra redazione. Ecco cosa ne è uscito: ovviamente, attendiamo con ansia le vostre critiche e le vostre segnalazioni…
MIGLIOR GIOVANE ARTISTA – Dopo lo scorso anno, quando segnalammo Thomas Braida, ancora un’artista reduce dagli Atelier della Fondazione Bevilacqua la Masa, che si conferma fucina di giovani talenti: il 2015 è stato l’anno di Elena Mazzi, attivissima in patria con mostre e residenze, ma soprattutto lanciatissima sul piano internazionale, fra Biennale di Istanbul e festival di San Pietroburgo. Menzioni per Gli Impresari (ancora BLM), Ornaghi e Prestinari, Adelita Husni-Bey, Marco Strappato
MIGLIOR ARTISTA ITALIANO AFFERMATO – Gianfranco Baruchello: la bellissima mostra alla Triennale di Milano ha dato il via a un anno che – per molte ragioni – l’ha visto brillare come uno dei maggiori artisti italiani viventi. Menzione per Giorgio Griffa, con una grande retrospettiva che ha circolato in Europa, dopo anni di oblio
MIGLIOR MUSEO IN ITALIA – Due anni fa già questa “review” lo poneva in prima posizione, lo scorso anno gli assegnava una menzione: servono altre motivazioni per assegnare ancora il titolo al Madre di Napoli, e serve dire ancora che convince la nuova era Viliani-Forte? La menzione quest’anno va al Maxxi: mostre come quella attualmente aperta e dedicata a istanbul sono l’esempio di ciò che il Maxxi deve (dovrebbe?) fare
MIGLIOR NUOVO MUSEO – Il Munda a L’Aquila, perché nasce con lo spirito che deve avere un museo: conservare opere, mostrarle e fare da volano alla rinascita culturale e civica di un Paese. Menzione a Camera, a Torino: la mega retrospettiva di Mikhailov basta e avanza per motivarla
MIGLIORE CASA D’ASTE ITALIANA – Finarte, a Milano: perché finalmente si torna a giocare in casa, dopo decenni in cui per le aste l’Italia è stata quasi solo terra di conquista straniera. Ed i primi passi della nuova Finarte paiono incoraggianti. Menzione per la romana Minerva
MIGLIOR COLLEZIONISTA – Un ritorno: quello di Giorgio Fasol, perché malgrado i cambiamenti di corrente ha continuato a sostenere la giovane arte. E la sua collezione a marzo 2016 andrà in mostra in tre sedi museali a Siena
MIGLIOR MOSTRA – Nuova Oggettività. Arte in Germania, al Museo Correr di Venezia: perché per fare una grandissima mostra non servono nomi da botteghino, non sono indispensabili opere enormi, né capitali spropositati: basta avere capacità di leggere un periodo, o un movimento, a saper distillare la grande influenza che ha avuto sugli sviluppi futuri, e quindi sul tracciare nuove vie per la ricerca artistica. In tutto il mondo. Menzioni per Piero di Cosimo a Firenze, Serial Classic nelle due sedi della Fondazione Prada
MIGLIORE FIERA – Art Basel: se l’edizione storica europea di Basilea conferma tutta la solidità sulla quale poi si è costruito il network fieristico attivo in tre continenti, l’edizione di Miami Beach – come abbiamo più volte sottolineato – ha messo davanti ai visitatori la miglior fiera d’arte mai allestita
MIGLIOR EVENTO – EXPO di Milano: ha riassunto perfettamente tutti gli stereotipi (positivi e negativi) dell’Italia, dimostrando fra l’altro che c’è una continuità palese fra prima, seconda e anche terza Repubblica. Ma alla fine anche i più battaglieri degli oppositori hanno riconosciuto che si è trattato di un successo, sotto molti aspetti
MIGLIOR PAESE – Italia. Con un ministero che finalmente – fra (molti) alti e (non rari) bassi – pare affrontare a viso aperto e con piglio operativo le tante problematiche, i risultati arrivano, o comunque non tarderanno ad arrivare. E se le cose funzionano, non serve cadere nel banale “il 50% del patrimonio…” per dire che il nostro paese ha pochi rivali
MIGLIOR CITTÀ INTERNAZIONALE – New York: anche se non è più la città dei Rauschenberg, Warhol, Castelli e Basquiat, rimane la città dove la contemporaneità artistica di tutto il mondo si dà appuntamento. Ha i musei più vivi e accoglienti del mondo, e il sito di Ground Zero, in via di ultimazione, è una concentrazione di capolavori. Menzione per Bruxelles
MIGLIOR CITTÀ ITALIANA – Milano. L’Expo certo l’ha posta in posizione privilegiata, ma poteva essere un’arma a doppio taglio: invece la città ha brillato per grandi mostre – La Grande Madre, Giotto, per citarne alcune –, nuovi musei come il Mudec, progetti in crescita come la futura Fondazione Feltrinelli, per l’attivismo delle sue fondazioni, dalla Prada alla Trussardi
MIGLIOR DIRETTORE DI MUSEO IN ITALIA – Gabriella Belli. Era anno di Biennale, d’accordo: ma i Musei Civici di Venezia, da quando sono sotto le sue cure, riescono a proporre anche 3 o 4 grandissime mostre in contemporanea. Il tutto in un quadro programmatico di grande rigore e prospettiva
MIGLIOR CRITICO/CURATORE – Massimiliano Gioni: brilla ancora sul suolo patrio della luce della sua edizione della Biennale, da molti vista vincitrice a confronto con l’ultima firmata Enwezor. Ma poi piazza una zampata vincente con la mostra La Grande Madre a Palazzo Reale di Milano. Manzione per Alberto Dambruoso: attivissimo con i suoi Martedì Critici, con le residenze BOCS a Cosenza, con il futuro Museo d’arte contemporanea sempre a Cosenza e – last but not least – con il lavoro per il catalogo generale di Umberto Boccioni
MIGLIOR GIORNALISTA – Gian Antonio Stella. Ovvero l’inchiesta fatta uomo: i suoi puntulissimi articoli sul Corriere della Sera colpiscono sempre nel segno, alzando i veli su tanti scandali o gestioni malsane del patrimonio artistico. E si deve a lui l’affondo deciso nella direzione della richiesta di apertura al pubblico del Quirinale. Menzione a Helga Marsala per la versatilità: giornalista, curatrice, saggista, autrice tv
MIGLIOR NOTIZIA – L’aumento, dopo decenni, del budget del Ministero dei Beni Culturali: anche se in percentuali ancora molto caute, che lasciano l’Italia lontana da tanti paesi europei, un segnale incoraggiante. Menzione per la scomparsa degli ambulanti da Fori Imperiali e dal Colosseo, a Roma
MIGLIOR NUOVA ARCHITETTURA – La Fondazione Prada a Milano: grandi nomi coinvolti, da Germano Celant a Rem Koolhaas, a Wes Anderson, per uno spazio da quest’anno nodale nella geopolitica artistica meneghina. Menzione per Pompei, dove la riapertura dellesei domus restaurate si pone come evento simbolico per quella che si spera sia una gestione finalmente virtuosa
MIGLIOR GALLERIA D’ARTE – P420, di Bologna, giovane ma già con spalle larghe, attiva sulla scena internazionale ma attenta a radicarsi anche nella sua città, con la nuova grande sede necessaria per sviluppare programmi e progetti espositivi di ampio respiro
MIGLIOR UOMO POLITICO – Il ministro Dario Franceschini: fra molte luci e qualche ombra, il suo approccio riformatore segna un punto decisivo con il mega concorso per i 20 direttori dei maggiori musei italiani, che mette in circolo idee e innesta nuove energie fresche in un panorama da tempo troppo chiuso e autoreferenziale. Mezione per il neopremier canadese Justin Trudeau: che fra i suoi primi provvedimenti ha in molti casi raddoppiato i finanziamenti alla cultura
MIGLIOR PROGETTO 2016 – Il grande murales di William Kentridge a Roma: la sua realizzazione laverà un’onta che gravava sulla classe dirigente italiana, miope nell’ostacolarlo da anni. E donerà alla Capitale la più grande opera mai realizzata da quello che resta uno dei maggiori artisti viventi. Menzione per il grattacielo “Storto” firmato da Zaha Hadid a CityLife, a Milano, che sarà un’architettura potentissima come una scultura di Giovanni Anselmo
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