Frida Kahlo tra fotografia e illustrazione. A Bologna
Ono Arte Contemporanea, Bologna – fino al 28 febbraio 2016. Ritratta in fotografia da Leo Matiz, raccontata in una biografia illustrata da Vanna Vinci. La protagonista è sempre lei: Frida Kahlo.
UNA MOSTRA, ANZI DUE
Un muro rovinato, segnato dal tempo, bruciato dalla luce di una giornata messicana. Sopra questa parete graffiata, una figura di donna, composta e dignitosa. Un’ombra geometrica la taglia a metà, dividendo il suo abito tra luce e buio. Non è che una delle fotografie che ritraggono Frida Kahlo a Coyoacán, Città del Messico. Davanti a lei, in quel preciso attimo, con una Rolleiflex c’è Leo Matiz, fotoreporter e amico della pittrice. Colpita in viso dalla luce, l’artista messicana è composta, ferma. La sua immagine fiera e incuriosita. A cosa pensi, Frida?
Viene da chiederselo per tutta la mostra. Lo spazio espositivo si divide in due parti. Una è dedicata a Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz, con scatti che il fotografo colombiano fece alla pittrice nel 1941 e nel 1943. L’altra ospita invece i lavori di Vanna Vinci, illustratrice della Bambina filosofica e delle biografie La Casati. La Musa egoista e Tamara de Lempicka. Icona dell’Art Déco. Alla Ono la disegnatrice porta alcuni disegni preparatori di Frida. Operetta amorale a fumetti, che verrà pubblicato il prossimo autunno, oltre ad alcune opere realizzate in occasione della mostra e a tiratura limitata.
LA LUCE TRAGICA DEL MESSICO
La mostra di Matiz raccoglie alcuni scatti selezionati tra i numerosi raccolti dalla figlia Eva Alejandra Matiz. Le fotografie furono realizzate durante il suo soggiorno a Coyoacán. La pittrice messicana è di continuo immersa nella natura della Casa Azul, l’abitazione-studio dei due artisti oggi diventata il Museo Frida Kahlo. Indossa gli abiti che la contraddistinguono, ha tra i capelli i fiori e i nastri con cui siamo abituati a rappresentarla.
L’evento tragico della sua vita, però, sembra accompagnarla sempre nello sguardo. Il 17 settembre 1925, mentre sta rientrando da scuola, l’autobus su cui viaggia viene travolto da un tram. La spina dorsale si frattura e il suo corpo viene lacerato da un’asta metallica che le lascerà ferite indelebili. “Non sono morta e, per di più, ho qualcosa per cui vivere; questo qualcosa è la pittura”, dirà subito dopo l’incidente.
Il 1941 è un anno di cambiamento per Frida. Si sta affermando a livello internazionale. Qualche anno prima Breton, padre del Surrealismo, le ha proposto una mostra a Parigi. Questa indipendenza rischia di mettere in ombra il genio Rivera, ma matura in lei una piena consapevolezza della sua arte.
Ci sono poi alcune foto scattate nel 1997: Frida Kahlo è già scomparsa da tempo, ma tutto a Casa Azul parla ancora di lei.
LA BIOGRAFIA COME ATTO DEL RICORDO
Dopo la marchesa Casati e Tamara de Lempicka, Vanna Vinci sta lavorando a una nuova biografia illustrata, dedicata alla pittrice messicana. “Frida è un personaggio più complesso, più sfaccettato rispetto le figure femminili che ho già affrontato”, spiega all’inaugurazione della mostra. “Per questo ho scelto per lei un segno più marcato, dove il sole del Messico e le ombre che ne derivano creano un tratto più duro. Forte e al contempo molto drammatico. Sono elementi che colgo anche in alcune foto di Leo Matiz fatte a Frida”. La biografia diventa “un atto del ricordo, come se le immagini che rappresento fossero delle foto, dipinte solo in certi tratti con colori che enfatizzano lo stato d’animo di Frida, colto in quel particolare momento”.
A COSA PENSI, FRIDA?
Sia nelle foto di Leo Matiz che nelle illustrazioni di Vanna Vinci, lo sguardo di Frida osserva, segue, indaga. È sempre in discussione, alla ricerca della sua essenza. Fissando dritto l’obiettivo, pone con fierezza la sua personale sfida al mondo. Una sfida che la pittrice messicana ci lancia ancora oggi.
Anja Rossi
Bologna // fino al 28 febbraio
Leo Matiz – Frida Kahlo
Vanna Vinci – Frida. Operetta amorale a fumetti
ONO ARTE CONTEMPORANEA
Via Santa Margherita 10
051 262465
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