Sarà Bjarke Ingels a progettare il padiglione estivo della Serpentine Gallery di Londra. Che per la prima volta gli affiancherà altre 4 “summerhouses”
Saranno l’architetto danese Bjarke Ingels e il suo studio BIG a progettare l’annuale Serpentine Gallery Pavilion, che sarà allestito, come sempre presso i Kensington Gardens di Londra, dal 10 giugno al 9 ottobre 2016. Dopo le polemiche seguite all’intervento degli spagnoli SelgasCano nell’estate 2015, con un dietro le quinte svelato dai due architetti in un’intervista […]
Saranno l’architetto danese Bjarke Ingels e il suo studio BIG a progettare l’annuale Serpentine Gallery Pavilion, che sarà allestito, come sempre presso i Kensington Gardens di Londra, dal 10 giugno al 9 ottobre 2016. Dopo le polemiche seguite all’intervento degli spagnoli SelgasCano nell’estate 2015, con un dietro le quinte svelato dai due architetti in un’intervista ad Artribune e l’etichetta di “padiglione pensato per i social”, l’istituzione britannica punta ora su un progettistica cui la definizione di “emergente” appare definitivamente riduttiva. Dapprima con il M/S Maritime Museum of Denmark, anno 2013 e più di recente con una serie di progetti sviluppati per New York, tra cui il 2 World Trade Center e Dryline, concepito per salvare l’isola di Manhattan da inondazioni costiere e uragani sempre più frequenti, Bjarke Ingels (classe 1974) sembra determinato nel piazzarsi stabilmente nello star system internazionale.
Non mancherà neppure l’effetto sorpresa per l’edizione numero 16 del Serpentine Pavilion: oltre al padiglione “canonico”, con il quale negli anni si sono messi alla prova, tra gli altri, Peter Zumthor, Jean Nouvel, SANAA, Herzog & de Meuron e Sou Fujimoto, i co-direttori Julia Peyton-Jones e Hans Ulrich Obrist hanno annunciato la presenza di quattro “accompanying summerhouses”, ciascuna di 25mq, sviluppate da altrettanti studi e ubicate nelle immediate vicinanze dei Giardini. A firmare queste “four architectural follies” saranno l’architetto nigeriano Kunlé Adeyemi, lo studio berlinese Barkow Leibinger, l’architetto ungherese naturalizzato francese Yona Friedman e l’inglese Asif Khan.
– Valentina Silvestrini
http://www.serpentinegalleries.org/
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