Il Ponte. Una casa d’aste tutta italiana
Fondata a Milano nel 1974 da Stefano Redaelli, la Casa d’Aste Il Ponte è una realtà italiana in costante crescita. Ospitata dal prestigioso Palazzo Crivelli, nel cuore pulsante di Brera, ha raggiunto negli anni un ruolo di primo piano sulla scena internazionale, organizzando aste per enti pubblici e privati e collocando sul mercato i loro beni artistici. Tra i vari dipartimenti che la compongono – dall’Antiquariato e Dipinti Antichi e dell'Ottocento a Gioielli e Argenti, dal Design al Fashion Vintage – si distingue il Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, guidato da Freddy Battino, già all’opera in Sotheby’s Italia e alla Galleria Blu di Milano. Sotto la sua direzione, il fatturato è cresciuto in maniera esponenziale, raggiungendo un tasso di vendita del 94% e conquistando anche galleristi e collezionisti stranieri. Gli abbiamo fatto qualche domanda.
Nel 2015 c’è stata un’importante crescita nel fatturato: come si spiega? È frutto “soltanto” dei record o è un trend che coinvolge più generalmente le vendite?
È un trend che coinvolge le vendite in generale, ma con una netta predominanza di quegli artisti o quei movimenti artistici che sapevo avere ancora grossi margini di rivalutazione. I record naturalmente contribuiscono, però la nostra vera forza è puntare sui nomi meno affermati, ma dal valore storico e qualitativo altissimo: in un mercato per troppo tempo focalizzato sui pochi artisti d’élite, è tempo di fare spazio a quanti non sono ancora veramente emersi ma che, se seguiti nel giusto modo, possono fare exploit incredibili.
Parliamo dei 14 record storici di artisti italiani. Facciamo i nomi e raccontiamo qualche episodio?
Nel 2015 l’atteggiamento di promuovere artisti più “di nicchia” ha premiato. Tra i 14 artisti per i quali abbiamo battuto record storici è da evidenziare Baruchello, artista di straordinaria importanza, che è stato presentato nel modo e al momento giusti; i collezionisti stranieri hanno risposto molto attivamente alla presentazione in catalogo di un nucleo di opere molto importanti del maestro. Lo stesso vale per Carlo Battaglia, Ideo Pantaleoni, Carmelo Cappello, Giò Pomodoro e Paolo Icaro, che nell’ultima asta di dicembre ha superato di dieci volte la stima in catalogo. Ancora, risultati eccezionali si sono visti per Mario Negri, Claudio Olivieri, Remo Bianco, Valentino Vago, Enzo Mari, Arturo Bonfanti, Luciano Bartolini, Arturo Vermi e Gianfilippo Usellini.
Il vostro dipartimento tratta un ventaglio molto ampio di artisti, che vanno dal moderno al contemporaneo. Quali sono i trend da segnalare? Quale ambito è in maggior crescita e quale invece “esploderà” nei prossimi mesi e anni?
Attualmente i trend riguardano la riscoperta e la valorizzazione di tanta arte italiana rimasta in penombra: dalla scultura all’arte astratta, dall’arte concettuale alla Nuova Pittura. L’ambito in maggiore crescita, e che ha visto già negli ultimi anni una buona affermazione sul mercato, è l’arte cinetica e programmata, italiana e straniera. Quella che esploderà a breve termine è l’arte astratta, sulla quale l’interesse comincia ad avvertirsi a fronte della sua presenza a recenti fiere ed esposizioni nazionali e internazionali. Ancora, da tenere d’occhio sono sicuramente il Gruppo MAC e la Pop Art italiana, quest’ultima con interessanti risultati d’asta per Mario Schifano, Tano Festa, Sergio Lombardo e Renato Mambor.
Non dimentichiamoci poi alcuni scultori italiani oggi molto sottostimati. Faccio il nome del grande Carmelo Cappello, o di Mario Negri.
Parliamo di compratori. Niente nomi, ovviamente. Ma facciamo un ritratto ideale: italiano o straniero? In che fascia di età? Maschio o femmina?
Italiani e stranieri direi che si equivalgono, di mezza età e di entrambi i sessi.
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