Storia dell’arte tradotta in musica. Dal progetto Uffizi Virtual Experience ecco il disco di Roberto Lobbe Procaccini: atmosfere e strumentazioni legate all’epoca delle opere
Quattrocento anni di storia d’Italia raccontata attraverso 1150 immagini digitali ad altissima risoluzione, multiproiezioni e musica di Roberto Lobbe Procaccini: dall’esperienza di Uffizi Virtual Experience (la mostra appena conclusasi alla Fabbrica del Vapore di Milano) nasce Uffizi Virtual Experience O.S.T.: un viaggio sonoro e visivo attraverso l’immenso patrimonio artistico italiano nostrano, proposto attraverso tecnologie virtuali e la musica di […]
Quattrocento anni di storia d’Italia raccontata attraverso 1150 immagini digitali ad altissima risoluzione, multiproiezioni e musica di Roberto Lobbe Procaccini: dall’esperienza di Uffizi Virtual Experience (la mostra appena conclusasi alla Fabbrica del Vapore di Milano) nasce Uffizi Virtual Experience O.S.T.: un viaggio sonoro e visivo attraverso l’immenso patrimonio artistico italiano nostrano, proposto attraverso tecnologie virtuali e la musica di uno dei compositori più eclettici e prolifici della scena italiana. Già produttore di The Niro (per cui ha diretto l’Orchestra del Festival di Sanremo), e autore di colonne sonore e musiche di scena, Lobbe Procaccini si confronta per la prima volta con le arti visive, dando vita a un originale progetto musicale: le immagini vengono “scomposte” e “animate” digitalmente da Ultraprime sotto la regia di Claudio Focardi, partendo da atmosfere e strumentazioni legate all’epoca con spunti e sviluppi contemporanei.
UN ALBUM DI 10 TRACCE
Le musiche di Uffizi Virtual Experience diventano quindi un album di 10 tracce dal titolo Uffizi Virtual Experience O.S.T.: “lo scopo era descrivere tante situazioni differenti”, ha spiegato il compositore, “dall’uomo timorato di Dio fino alla presa di coscienza del proprio ruolo, dalla battaglia fino al gioco. Sono passato quindi dai Carmina Burana al canto sacro, dalla grande orchestra al liuto e alla ghironda, sempre cercando di rispettare una linea compositiva in equilibrio tra tradizione contestuale (nel ‘300 ancora non era stata inventata l’armonia come la intendiamo oggi) e una modernità sonora di stampo cinematografico di avventura. Insomma, una sfida enorme e stimolante, da cui è nato un album contemporaneo“.
– Giuseppe Pennisi
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